Le mance elettorali di Renzi ci costano quasi 28 miliardi

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Invece di investire i soldi dei contribuenti italiani per dare lavoro ai disoccupati, il governo Renzi sperpera il denaro pubblico per mantenere le promesse elettorali del premier.

Gian Maria De Francesco su Il Giornale osserva che finora la spesa pubblica è aumentata di quasi 28 miliardi per “comperare il consenso”,

Nonostante questo, aggiunge il giornalista, a poco più di due settimane dal referendum il No è in vantaggio nei sondaggi che vengono pubblicati ogni settimana.

I famosi 80 euro di Renzi non sono serviti a niente. Chi li ha percepiti si sarà mangiato una pizza in più ogni mese, senza cambiare la propria situazione economica, così come quella degli oltre 4 milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta.

Scrive De Francesco:

“Il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti, confermato anche per 2017. Costa circa 10 miliardi di euro ogni anno e beneficia i redditi fino a 26mila euro annui lordi. Trattandosi di un benefit per redditi bassi, il provvedimento non ha avuto (e non poteva avere) un impatto decisivo.

La capacità di spesa dei percettori è aumentata di poco come testimonia l’andamento dei consumi e, soprattutto, il trend deflazionistico in corso”.

Stesso discorso vale anche per il bonus per le famiglie:

“La questione degli sgravi per le famiglie (bonus future mamme e bonus asili nido) è la medesima: si tratta di 600 milioni distribuiti in base al reddito. Un sostegno utile, ma che modifica poco la condizione reddituale”.

E per le imprese:

“Il taglio dell’Ires di 3,5 punti percentuali, pur costando 3 miliardi, impatterà su un’economia che continua a soffrire di bassa produttività e di bassa crescita”.

Insomma, il governo Renzi i soldi li ha, ma li spende per accaparrarsi qualche elettore in più. Stando ai sondaggi, però, parte dei cittadini che hanno beneficiato delle “mance” del governo, si è stancata e ha deciso di votare No.

Aspettiamo il 4 dicembre, potrebbe cambiare tutto.

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