Notizia censurata: hanno indagato Luca Lotti, il braccio destro di Renzi

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Un’altra tegola per Matteo Renzi: il braccio destro dell’ex-premier Luca Lotti è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip.

Apprendiamo la notizia dal Fatto Quotidiano, unico giornale in Italia a riportarla. I criminali dell’informazione devono aver ricevuto qualche “ordine dall’alto” di non informare i cittadini.

Non è una novità. Ma qui siamo arrivati a livelli da dittatura: Luca Lotti è stato promosso da sottosegretario a Ministro dello Sport del nuovo governo Gentiloni solo qualche settimana fa. Ora viene indagato, ma i media non ne parlano.

Se avessero indagato Luigi Di Maio o Alessandro Di Battista? Avrebbero ricevuto lo stesso trattamento? Lasciamo a voi le conclusioni.

E non provate a dire che i giornali non ne parlano. No, perché ci sarà il solito pidiota di turno che vi invierà il link all’articolo del Corriere della Sera che cita la notizia. E, in teoria, ha ragione.

Ma è il solito trucco della stampa italiana a cui abboccano gli imbecilli.

Scorrendo il sito del Corriere della Sera troviamo l’articolo «Favoreggiamento, Lotti indagato» e le altre notizie di oggi. E se cliccate vi indirizza ad una pagina che non c’entra niente.

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La notizia viene nascosta, ma in Via Solferino sono tranquilli: hanno pubblicato l’articoletto ma non hanno dato fastidio al governo Renziloni.

Per non parlare di Repubblica: per loro, al momento della pubblicazione del post, la notizia non esiste proprio.

Luca Lotti indagato nell’indagine Consip

Scrive Marco Lillo sul Fatto Quotidiano:

“Al centro degli accertamenti dei pm c’è l’appalto cosiddetto FM4, la mega-gara di facility management, bandita nel 2014 e suddivisa in molti lotti, tre dei quali potrebbero essere aggiudicati alla società di Alfredo Romeo insieme ad altre.Le forniture pluriennali di tutti gli uffici delle pubbliche amministrazioni e delle università italiane valgono 2,7 miliardi di euro, pari a più dell’11 per cento della spesa pubblica nel settore. Il 16 dicembre, i pm sentono Gasparri alla presenza del suo avvocato Alessandro Diddi. Il funzionario spiega i suoi rapporti con Romeo e parla dell’influenza della politica su nomine e appalti.

I carabinieri del Noe e i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, martedì entrano nell’ufficio dell’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, nominato dal governo Renzi nel 2015. Subito dopo quella visita, i palazzi del potere entrano in fibrillazione. Tutti si agitano per capire cosa sta accadendo. Il Fatto, dopo avere sentito più fonti, oggi è in grado di ricostruire il perché di tanta ansia: l’amministratore delegato (non indagato) di Consip ha ‘cantato ’, come si diceva una volta. Non su Gasparri o Romeo, ma su nomi più rilevanti. I pm hanno sentito Marroni sulla soffiata che stava schiantando le indagini più segrete della Procura di Napoli”.

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