Non solo Renzi padre. Nelle intercettazioni dell’inchiesta Consip spunta anche la fondazione di Renzi.
Il primo è indagato per traffico di influenze illecite: secondo i pm romani Tiziano Renzi avrebbe fatto da mediatore per avere un trattamento di favore dalla Consip, Alfredo Romeo, l’imprenditore arrestato ieri.
L’ex-premier, invece, risulta come «richiedente» di un finanziamento per la propria fondazione Open, spiega Grazia Longo su La Stampa:
“Investigatori e inquirenti sono a caccia di prove del fatto che Tiziano Renzi si facesse pagare per la sua mediazione. Nel decreto di perquisizione a casa del suo amico Carlo Russo (anch’egli indagato per traffico di influenze illecite, sospettato di essere il tramite tra Romeo e Tiziano Renzi) il pm Mario Palazzi dispone il sequestro di «computer, chiavette usb, cellulari, documenti, appunti, scritti di ogni genere». Si vuole scoprire se davvero Tiziano Renzi corrisponde a quella T. scritta da Romeo con accanto la cifra di 30 mila euro”.
Ecco cosa dice Romeo su Matteo Renzi:
“«Perché un politico può venire da te a chiederti sessantamila euro che ti ha chiesto Renzi (si tratta di una regolare donazione elargita da Romeo alla fondazione riconducibile a Renzi, ndr), ma i mille pulitori sul territorio sono mille persone che danno cinquemila euro ciascuno… sono mille persone che fanno un’assunzione ciascuno… sono mille persone che quando voti si chiamano i dipendenti… tu, invece, i tuoi dipendenti neanche sai chi sono..».”
Occorre precisare, però, che le parole di Romeo “non hanno comunque alcuna ripercussione giudiziaria: l’ex premier è totalmente estraneo all’inchiesta. Diversa la posizione del padre, sospettato di essere stato a libro paga di Romeo”.
Matteo Renzi però ora dovrà chiarire il suo rapporto con Romeo.