Di Martedì: Giannini incalza Di Battista, lui replica e guadagna l’ovazione del pubblico

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La settimana scorsa era toccato a Luigi Di Maio. Ieri a Di Martedì, a fare i conti con Massimo Giannini de La Repubblica, è stato un altro deputato del M5S: Alessandro Di Battista.

Dopo un colloquio di 15 minuti tra Di Battista e il conduttore Giovanni Floris, sono entrati in studio i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Massimo Giannini. Il primo si è distinto per la sua professionalità, il secondo, l’avrete intuito e non c’è bisogno di aggiungere altro.

E infatti, anche nella puntata di ieri sera Giannini si è fatto riconoscere dicendo a Di Battista:

“Non possiamo neanche cavarcela in questo momento con la cosiddetta manovrina da 3-4 miliardi, ne serviranno addirittura il doppio. Allora la domanda che voglio farle è questa: mi spiega come fareste questa manovrina e come sistemereste i conti pubblici italiani?”.

Pronta la risposta del deputato pentastellato:

“Innanzitutto eviteremmo di peggiorare i conti pubblici elargendo mance e bonus elettorali come ha fatto Renzi negli ultimi mesi, questo l’avete scritto anche voi, perché ricordo che se il governo Gentiloni, del Pd, deve trovare dei denari da ridare di fatto per correggere i conti è per via di manovre elettorali oscene sulla pelle dei cittadini”.

E ancora:

“Altra cosa: nelle ultime settimane, Giannini, il governo ha trovato magicamente 20 miliardi a debito per i debiti delle banche, di cui 8 per Mps, che è una banca che è stata spolpata dal Partito Democratico”.

“Sì, ma 7 miliardi dove li trovate Di Battista, questa è la domanda,” l’ha incalzato Giannini. Di Battista, dopo un breve intervento di Floris, ha replicato:

Il M5S ha dato prova di non attendere determinate leggi per costruire già un mondo che sogniamo. Non abbiamo atteso una legge sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari per dimezzarceli. E allora, dato che una serie di coperture finanziarie per le nostre leggi le abbiamo individuate, noi siamo convinti che, riformando per esempio Banca d’Italia, e anzi che dare i dividendi che ogni anno Banca d’Italia elargisce alle banche private che detengono il pacchetto azionario di Banca d’Italia, avremmo a disposizione 300-400 milioni di euro”.

“Mancano 6 miliardi e 700 milioni”, ha detto Giannini.

Di Battista: “Poi abbiamo individuato leggi relative alla centralizzazione della spesa d’acquisto, una legge anticorruzione permette di ridurre determinate spese”.

Poi Giannini ha interrotto il deputato dicendo: “Se lei va a Bruxelles con questa lista la cacciano via. Le dicono ‘grazie, ritorni tra un anno’.”

Di Battista a questo punto non ha resistito: “Invece, Giannini, negli ultimi anni a Bruxelles Barroso c’è andato e, dopo aver lavorato a Bruxelles è finito a lavorare in Goldman Sachs; Mario Monti a Bruxelles c’è andato e c’è andato dopo che era consulente dalla Goldman Sachs; Romano Prodi c’è andato e oggi è diventato presidente del National Board di Unicredit, successore di Amato, ed era in Goldman Sachs dal ’93.

Questa Europa è espressione di quelle stesse banche d’affari che vogliamo riformare con le nostre leggi, che determinano loro, non gli eletti, le scelte sulle pensioni”.

Ovazione e applausi del pubblico.

Guarda il video dell’intervento di Di Battista a Di Martedì:

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