La stampa italiana oggi conferma la propria natura: faziosa, bugiarda e manipolatrice.
Dopo aver fatto le pulci al M5S per giorni per la vicenda della Cassimatis, candidata 5 Stelle a Genova, espulsa dal Movimento perché considerata una “infiltrata“, i media dimenticano di raccontarci fatto ben più gravi: le rivelazioni choc di Salvatore Buzzi, ras delle Coop in carcere per l’inchiesta su Mafia Capitale.
Quanto detto da Buzzi ai pm è sconvolgente, e dovrebbe occupare le pagine di tutti i giornali e le notizie di apertura di tutti i tg.
Ma sappiamo come funziona in Italia.
Ad ogni modo, ecco alcuni passaggi fondamentali delle dichiarazioni di Buzzi:
“Per l’approvazione del debito fuori bilancio legato al servizio di accoglienza per i minori non accompagnati ci siamo rivolti a Coratti. Coratti ci ha chiesto 100mila euro in chiaro per far approvare la delibera del debito fuori bilancio creato nel semestre gennaio-giugno 2013. Io avevo il 26%, il restante apparteneva ad altre cooperative e tutti eravamo al corrente che dovevamo dare 50mila euro a Coratti e 50mila euro a D’Ausilio: praticamente l’1% della delibera da 11 milioni”, ha detto Buzzi, rispondendo alle domande dei suoi avvocati Pier Gerardo Santoro e Alessandro Diddi.
L’accordo lo prendemmo io e Francesco Ferrara con Coratti ma quando arrivammo a maggio 2014 lo stesso Coratti mi disse che di queste cose non ne dovevo parlare più con lui ma con D’Ausilio.
Mi chiama Luca Giansanti, capogruppo della lista Marino e mi dice: ‘e noi?’ Quindi, l’8 agosto, mi chiede di passare in commissione Bilancio. In giunta non c’era problema perché il sindaco Marino è onestissimo e non ci ha mai chiesto nulla. Alfredo Ferrari del Pd, presidente commissione Bilancio, e Giansanti mi dicono se non ci dai 30mila euro non va in porto. Su questa vicenda, alla fine, non abbiamo pagato nessuno perché ci hanno arrestato”.
“Noi demmo 140 voti a Giuntella, che era sostenuto da Umberto Marroni e Micaela Campana (la compagna dell’ex assessore alla casa Daniele Ozzimo ndr) e 80 a Lionello Mancini, dell’area di Goffredo Bettini.
A me l’hanno chiesto direttamente Campana e Marroni, mentre Bettini l’aveva chiesto a Guarany, che era il mio vice, quindi non c’era grande differenza”.
E infine oggi Buzzi ha dichiarato:
“Credevo che con le mie parole avrei fatto cadere il governo e pensavo ai soldi per il Cara di Mineo del sottosegretario Castiglione (indagato a Catania) e invece non è successo nulla”.
Visto che solo i giornali locali e pochi altri raccontano questa vicenda, è compito nostro far conoscere ai cittadini queste informazioni.
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