Salvataggio Minzolini, Travaglio sbugiarda Salvini: ‘Minzolini NON è stato condannato da un giudice che faceva politica’

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Matteo Salvini vuole fare lo sceriffo, ma quando si tratta di far rispettare la legalità in parlamento la sua vocazione viene meno.

Qualche sera fa ci ha pensato il giornalista Marco Travaglio a ricordare al leader della Lega la porcata del salvataggio di Minzolini dalla decadenza, un atto definito “eversivo” dal direttore del Fatto Quotidiano, e a cui hanno contribuito anche i senatori leghisti.

Collegato con lo studio della trasmissione Di Martedì, condotta da Giovanni Floris su La7, Travaglio ha detto:

“Il garantismo ormai è diventato come il populismo, un mantra. Garantismo vuol dire che uno quando viene processato deve avere tutti i diritti di difendersi. Ma cosa diavolo c’entra il garantismo con una condanna definitiva della cassazione, e con una legge che stabilisce che chi è condannato oltre i due anni va a casa e smette di incassare lo stipendio di parlamentare e a maturare i contributi del vitalizio.

Nel caso di Minzolini, non deve andare a casa perché deve scontare la pena perlomeno ai servizi sociali. Se il parlamento si comporta come le chiese e i conventi di una volta, e cioè come un rifugio per condannati, secondo me condanna se stesso allo sputtanamento generale”.

Salvini ha ribattuto dicendo:

“Voi vi sentireste tranquilli se foste giudicati da qualcuno che ha fatto politica fino all’altro ieri, smette di fare il parlamentare, smette di fare il ministro, si rimette la toga e viene a giudicare voi che fate politica sul versante opposto. Per quel che mi riguarda, uno che decide da magistrato di far politica, libero di farlo, però non torni più per tutta la vita a fare il magistrato”.

Pronta la replica di Travaglio:

“Non è vero quello che ha raccontato Salvini, e cioè che Minzolini è stato condannato da un giudice che faceva politica. Minzolini è stato condannato da una corte d’appello di tre magistrati, e la sentenza l’ha decisa e l’ha scritta un relatore che non era Sinisi, che era stato in parlamento, ma era un presidente che non ha mai fatto politica. Quella sentenza è andata in Cassazione ed è stata confermata da cinque giudici che mai hanno fatto politica. Se io ho dei dubbi sull’imparzialità di un giudice, la legge stabilisce che ho il diritto di ricusarlo, o di chiedergli di astenersi. L’avvocato Coppi e Minzolini non hanno mai chiesto a quel giudice di astenersi e non lo hanno mai ricusato. E comunque non è il parlamento che giudica le sentenze, altrimenti diventa un quarto grado di giudizio solo per chi fa il parlamentare”.

Guarda il video:

Salvataggio Minzolini, perché è contro la legge?

Valerio Onida, giurista e giudice costituzionale, ha spiegato sul Sole24Ore perché il voto che ha salvato dalla decadenza il senatore Minzolini va contro la legge:

“Il decreto legislativo n. 235 del 2012 – emanato sulla base della delega conferita dalla “Legge Severino”, n. 190 del 2012 – stabilisce, all’articolo 1, che «non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore», fra l’altro, «coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione» per delitti commessi da pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. L’art. 3 dello stesso decreto legislativo stabilisce che qualora la causa di “incandidabilità” sopravvenga «nel corso del mandato elettivo», la Camera di appartenenza «delibera ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione: quello in base al quale «ciascuna Camera giudica», fra l’altro, «delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità”. Si noti che la legge di delega, nello stabilire i criteri direttivi cui il decreto doveva attenersi, precisava in modo inequivoco che si dovevano disciplinare le ipotesi di «decadenza di diritto» dalle cariche nel caso di condanna definitiva sopravvenuta nel corso del mandato.

La legge è dunque chiarissima: la condanna definitiva comporta la decadenza di diritto dalla carica, destinata ad essere solo accertata e dichiarata dalla Camera di appartenenza del parlamentare”.

Leggi l’articolo integrale…

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