“Una fuga continua, inarrestabile, un fiume in piena che nessuna diga riesce a fermare”, così Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano definisce la situazione di centinaia di migliaia di nostri connazionali emigrati all’estero, che in dieci anni hanno raggiunto e superato il milione.
Gli italiani scappano perché questo Stato corrotto, bugiardo e incapace non riesce a garantirgli lavoro, sanità e dignità. Si spendono, invece, tante belle parole e tanti bei miliardi per chi arriva nel nostro Paese, illegalmente.
I governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno sottratto ricchezze al Paese ingozzandosi di privilegi e favorendo la fuga dei cervelli all’estero: il 35% degli italiani che trovano lavoro fuori dall’Italia è laureato. E perdere un laureato equivale ad una perdita di circa 160mila euro investiti in formazione.
Oltre al danno poi c’è la beffa.
Le dichiarazioni del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, secondo il quale per trovare lavoro bisogna giocare a calcetto invece di mandare i curricula, e la vicenda della tesi copiata della ministra Marianna Madia, sono uno schiaffo ai milioni di italiani che ancora qualche speranza ce l’hanno.
Gentiloni e i suoi ministri (gli stessi degli ultimi 4 anni) dovrebbero dimettersi in massa per manifesta incapacità di risolvere questo drammatico problema e per rispetto dei cittadini. E lasciare che sia il popolo a decidere la squadra di governo, visto che gli viene negato da più di 4 anni.
Due sole parole: elezioni subito!
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