Era il 29 settembre del 2011.
Ospite a “L’infedele”, trasmissione condotta da Gad Lerner, Mario Monti disse: “Stiamo assistendo al grande successo dell’euro, e qual è la manifestazione più concreta del grande successo dell’euro? La Grecia, che sta trasformando se stessa”.
Quello che Monti non sapeva, o non raccontava, è che però Atene cambiava in peggio. Altro che successo! In 6 anni abbiamo visto il progressivo depauperamento della Grecia.
Un’inchiesta della Stampa riporta che nel paese ellenico “il 43 per cento dei pensionati riceve meno di 660 euro al mese” e “i migranti sono accampati ovunque”. E la crisi greca ha colpito anche le persone più agiate: un chirurgo con due lauree e 34 anni guadagna 980 euro di stipendio fisso, più gli straordinari.
Ma c’è di peggio: i greci sono talmente poveri che preferiscono non ereditare.
Secondo le stime ufficiali diffuse dal Ministero della Giustizia greco “solo nel 2016 sono state 54.422 le persone che hanno rinunciato al patrimonio familiare con un aumento del 50% rispetto al 2015,” spiega Il Giornale citando Il Venerdì de La Repubblica.
Il motivo di questa tendenza è l’inasprimento dell’imposta sulle successioni. “È evidente che questi cittadini non vogliono o non possono accollarsi gli oneri fiscali legati ai lasciti relativi, soprattutto, ad immobili urbani e a proprietà terriere”, ha detto il ministro della Giustizia Stavros Kontonis a Il Venerdì.
Una situazione drammatica, da cui il popolo greco forse uscirà dopo decenni. Il nostro caro Monti dirà ancora che la Grecia è il più grande successo dell’euro?
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