Dopo il Brexit e le dimissioni di David Cameron Londra ci ha dato un’altra lezione di democrazia.
La premier britannica Theresa May, diventata premier dopo l’uscita di Cameron, ha annunciato elezioni a sorpresa in Gran Bretagna l’8 giugno.
In Italia, al contrario, il premier che ha perso il referendum non è sparito dalla politica come aveva detto, e invece che andare al voto è stato imposto il quarto governo non eletto dal popolo.
I parlamentari, che cambiano casacca come cambia il vento, e il governo, che cambia come cambia l’umore del presidente della Repubblica, non rappresentano più gli italiani.
Il popolo chiede lavoro, sostegno e sicurezza, ma si becca disoccupazione, pressione fiscale e impunità. Il governo Gentiloni, fotocopia di quello Renzi, è incapace di fare gli interessi degli italiani e di evitare il disastro.
Giovedì si torna a votare su Augusto Minzolini, il senatore forzista salvato dai senatori Pd dalla richiesta di decadenza. Il voto sarà a scrutinio segreto, e si rischia quindi l’ennesima porcata.
“Non lamentatevi della violenza”, aveva detto Luigi Di Maio dopo il voto su Minzolini, definito “eversivo” perché contro la legge. Ora si corre di nuovo questo rischio: i cittadini, se le dimissioni di Minzolini verranno respinte, si infurieranno.
E si infurieranno di nuovo quando, a settembre, i parlamentari raggiungeranno la soglia per poter maturare la pensione.
Dobbiamo evitarlo, meglio prevenire che curare, perché non possiamo immaginare cosa succederà.
Facciamo come in Gran Bretagna e andiamo subito al voto.