Domenica prossima si terranno le primarie del Pd e nel partito si teme il crollo dell’affluenza.
Inizialmente si stimavano due milioni di elettori, poi si è passati a uno e mezzo e infine a uno, un risultato che sarebbe un flop. Ma Matteo Renzi, il candidato favorito, ha già messo le mani avanti: “Se alle primarie votasse anche 1 milione di persone sarebbero sempre 999.999 in più di quelli che decidono ad Arcore o sul sacro blog,” ha dichiarato l’ex-premier.
Scrive Claudio Paudice sull’Huffington Post:
“Lentamente, l’asticella si abbassa. E gli esponenti del Pd, di volta in volta, si trovano costretti a rivedere la soglia minima dell’affluenza (auspicata) alle primarie che loro stessi avevano precedentemente fissato. Prima due milioni, poi un milione e mezzo, ora anche un milione può andar bene. Il soporifero Congresso del Partito Democratico, se non riserverà sorprese sotto il profilo dell’esito, rischia di destarne sul fronte della partecipazione. E non sarebbero affatto liete. In altre parole, l’obiettivo imposto dal doppio colpo subìto in una manciata di settimane (sconfitta al referendum costituzionale e scissione) di “riavvicinare il Pd alla sua gente” (cit. Andrea Orlando) potrebbe essere mancato in modo eclatante.”