È ufficiale: la Germania compra tutti gli aeroporti greci.
È stata infatti rinnovata per altri 20 anni la concessione dell’aeroporto di Atene all’Aia, azienda detenuta per il 40% dalla società aeroportuale tedesca AviAlliance.
Per di più in settimana l’antitrust Ue ha dato il disco verde all’assegnazione delle concessioni di altri 14 aeroporti greci alla Fraport, la società che gestisce l’aeroporto di Francoforte.
Fanpage.it ci spiega che il consorzio tedesco “a fine 2015, nell’ambito del piano di privatizzazioni richiesto dal Piano di assistenza finanziaria sottoscritto da Atene, si è accaparrato il diritto di gestire e sviluppare per un periodo di 40 anni alcuni aeroporti fondamentali per il turismo, Aktion Chania, Kavala, Cefalonia, Kerkira, Salonicco, Zante, Kos, Mykonos, Mitilene, Rodi, Samos, Santorini e Skiathos, in cambio del pagamento di concessioni allo stato greco”.
Mentre al popolo greco la Ue fa sputare sangue, i tedeschi si arricchiscono.
Ma Atene non può fare altrimenti. Leggiamo su Fanpage:
“Del resto i 600 milioni di euro per lo scalo di Atene sono essenziali per il governo ellenico che a luglio deve ripagare i 7 miliardi di euro di debiti per avere la tranche di aiuti del terzo piano. E lo stesso vale per gli 1,2 miliardi di euro per la locazione e gestione dei 14 aeroporti regionali offerti dal gestore aeroportuale tedesco nonostante le polemiche sulla svendita degli asset greci alla Germania”.
Le nuove misure di austerità imposte alla Grecia
Oltre agli aeroporti, i greci hanno dovuto subire anche il taglio delle pensioni e l’abbassamento della soglia di reddito esentasse.
Ma non solo. Come vi spiegavamo in un altro articolo, “secondo Kathimerini, gli ispettori del Ministero delle finanze greco stanno per avviare una ricerca serrata dei proprietari di tutti i valori non dichiarati, e le leggi saranno riviste al fine di permettere la confisca elettronica di prodotti finanziari e del contenuto delle cassette di sicurezza.
Il piano per l’identificazione dei contribuenti che hanno “dimenticato” di dichiarare le loro proprietà alle autorità fiscali dovrebbe essere predisposto entro la fine dell’anno, secondo la tabella di marcia dell’Autorità Indipendente per le Entrate Pubbliche.
Ciò che ne seguirà sarà una vera e propria confisca di massa, da parte del governo, di qualsiasi valore la cui fonte, origine e finanziamento non possano essere giustificati”.