Dagospia: ‘Renzi sfanculato da Padoan’

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Secondo Dagospia il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan avrebbe abbandonato Matteo Renzi per la scelta dell’ex premier di andare subito al voto.

Le elezioni immediate infatti sarebbero, secondo il ministro, un duro colpo per l’Italia.

Riportiamo di seguito il Dagoreport:

“FERMI TUTTI, PADOAN SFANCULA RENZI! – GLI HA DETTO CHIARO E TONDO CHE NON PARTECIPEREBBE AD ALCUN GOVERNO CHE DOVESSE NASCERE DOPO ELEZIONI ANTICIPATE, RITENUTE UNA IATTURA PER IL PAESE – ANTICIPARLE DI SEI MESI SAREBBE UN FATTO INCOMPRENSIBILE PER I MERCATI, PER LE ISTITUZIONI EUROPEE E PER LE AGENZIE DI RATING.

Padoan avrebbe sostanzialmente rotto con Renzi. Gli ha detto chiaro e tondo che non parteciperebbe ad alcun governo che dovesse nascere dopo elezioni anticipate. Le elezioni anticipate in autunno sono ritenute da Padoan una iattura per il paese, infatti anticiparle di sei mesi sarebbe un fatto incomprensibile per i mercati, per le istituzioni europee e per le agenzie di rating”.

Gentiloni e Padoan non vogliono il voto anticipato: “L’Italia ha impegni da mantenere”

In effetti le dichiarazioni rilasciate da Gentiloni e Padoan la settimana scorsa sembrano confermare che non c’è la volontà sia da parte di Padoan che da parte del premier Gentiloni di andare al voto a settembre.

“Il governo è nella pienezza dei suoi poteri e ha impegni in corso che intende mantenere,” ha dichiarato Gentiloni.

E a margine di una conferenza Padoan ha dichiarato che “sotto ciclo elettorale, in Italia ma anche negli altri Paesi, è molto difficile fare dei cambiamenti”, con riferimento alle riforme. E il ministro ha aggiunto che “bisogna pensare a meccanismi politici che permettono la transizione verso istituzioni più forti, al netto dei cicli elettorali”.

E ancora:

“Finora la crisi è stata troppo costosa e ha pesato soprattutto sulla disoccupazione. C’è bisogno di un passaggio più ‘dolce’. Abbiamo bisogno di meccanismi in Europa che garantiscano il lavoro e l’occupazione. È comunque Bruxelles a gestire le risorse su temi come difesa comune, terrorismo, migranti e l’Europa deve decidere che tipo di crescita vuole. La produttività in Europa in questi anni è andata calando. Dobbiamo indirizzare misure per la crescita della produttività basata sull’innovazione. Chiaramente abbiamo bisogno di una crescita inclusiva, che passa per i soggetti più deboli, come i giovani e le donne”, ha proseguito Padoan. “Negli ultimi anni le crisi hanno accelerato i cambiamenti istituzionali. Questo non significa però che dobbiamo augurarci un’altra crisi, ma avere l’impulso politico per portare avanti i cambiamenti”.

Pierre Moscovici non è però dello stesso parere. Il voto italiano non è un problema, dato che l’Ue è pronta a situazioni di questo tipo:

“Le elezioni non sono un problema: siamo attrezzati per ogni situazione. L’Italia ha adottato misure di bilancio supplementari che dovrebbero permetterle di essere complessivamente conforme ai suoi obblighi previsti dal patto di Stabilità, dunque per ora riteniamo di non dare luogo alla procedura di infrazione. La Commissione Europea continuerà a seguire la situazione di bilancio di questo Paese, in particolare per il 2018”.

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