Il pm Giorgio Falcone ha chiesto il rinvio a giudizio per Dino Maglio, ex carabiniere già condannato a sei anni e mezzo per violenza sessuale, perché accusato di drogare le turiste che ospitava in casa sua per poi violentarle.
Leggiamo sul Messaggero:
“I nodi arrivano al pettine uno alla volta. Ma adesso per Dino Maglio, o Leonardo, come gli piaceva farsi chiamare dalle sue vittime, è la resa dei conti. Il pubblico ministero Giorgio Falcone chiede il rinvio a giudizio del carabiniere di giorno e stupratore di notte. Sono quattordici le ragazze che accusano l’ex militare di origini pugliesi. Sono tutte turiste straniere che ospitava nel suo appartamento dell’Arcella, dove le drogava e le violentava. Tutte giovanissime che lo contattavano tramite il sito Couchsurfing perché volevano essere ospitate per trascorrere qualche giorno a Padova e a Venezia. Il sostituto procuratore Falcone chiede il giudizio per violenza sessuale aggravata, stato di incapacità procurato mediante violenza e concussione.
L’ex carabiniere, trentasettenne, ha sulle spalle una condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione. È stato giudicato con il rito abbreviato il 13 aprile 2015 dal giudice dell’udienza preliminare Mariella Fino. È il caso di una sedicenne liceale australiana”.
Riportava Il Corriere della Sera nel 2015:
“Si faceva chiamare Leonardo, ma il realtà si chiama Dino Maglio, ha 35 anni e faceva il carabiniere a Padova. Adesso è nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: 16 ragazze straniere giovanissime lo accusano di violenza sessuale. Secondo quanto ricostruito dal pm Giorgio Falcone l’uomo ospitava in casa le turiste straniere tramite il sito Couchsurfing, conosciuto in tutto il mondo perché permette di offrire e trovare ospitalità per viaggiare in tutto il mondo. Ma dopo aver accolto le sue ospiti con gentilezza e averle accompagnate per un giro turistico in città le drogava con un «vino speciale», come lui lo presentava. Mischiato infatti c’era sonnifero (poi sequestrato nella sua abitazione) e le ragazze, intontite, venivano violentate. Un copione che si è ripetuto molte volte, probabilmente gli episodi sono stati almeno 16 e hanno coinvolto polacche, portoghesi, americane tre amiche della Repubblica Ceca, due giovani di Hong-Kong, una tedesca, un’argentina, un’ armena, una canadese e un’australiana. La storia è stata raccontata sull’Espresso che ha raccolto le testimonianze delle ragazze”.