Piercamillo Davigo, ex pm di Mani Pulite, è da sempre contrario alle toghe in politica.
Dopo la nomina di Lanfranco Tenaglia, eletto deputato prima con L’Ulivo e poi con il Pd, presidente del Tribunale di Pordenone, Autonomia e Indipendenza, gruppo a cui appartiene Davigo, ha deciso di lasciare la Giunta unitaria dell’Anm.
Leggiamo sul Fatto Quotidiano:
“È scontro tra Piercamillo Davigo ed Eugenio Albamonte, ex ed attuale presidente della Associazione nazionale magistrati. Tutto nasce dalla decisione di Autonomia e Indipendenza, gruppo a cui appartiene il pm di Mani Pulite, di lasciare la Giunta unitaria dell’Anm dopo poco più di un anno. La miccia è stata l’abbandono, la polemica è invece scoppiata attorno alle reali ragioni. Perché quando venerdì Davigo ha annunciato l’uscita di Michele Consiglio e del vice-segretario Francesco Valentini dall’organo di vertice dell’associazione ha spiegato che esiste “una divergenza sostanziale sul ruolo dell’Anm, che non può ignorare il disagio dei colleghi di fronte all’incomprensibilità delle decisioni del Csm” sugli incarichi direttivi. Una ‘scusa’, secondo Albamonte, per nascondere “l’obiettivo di crearsi una verginità” da parte di un gruppo, quello guidato dal pm di Mani Pulite, “che ha posizioni caratteristiche del populismo“.