Udine, uccise la fidanzata: il killer dopo due mesi è già ai domiciliari

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La giustizia è uguale per tutti? No, forse è arrivata l’ora di togliere quella battuta dai tribunali.

Francesco Mazzega uccise la sua fidanzata strangolandola e guidò tutta la notte con il cadavere in macchina per poi confessare il delitto alle autorità e oggi, a qualche mese di distanza è già ai domiciliari: avantieri il killer è stato scarcerato.

La cronaca dei fatti dal Corriere della Sera:

“Dopo aver ucciso la fidanzata Nadia Orlando aveva guidato tutta la notte con il cadavere accanto e la mattina del primo agosto si era presentato negli uffici della polizia Stradale di Palmanova, in provincia di Udine, dicendo al citofono: «Temo di aver commesso un omicidio». Francesco Mazzega ha poi raccontato al pm Letizia Puppa e al capo della Mobile di Udine, Massimo Ortolan, di aver ucciso «in un momento di alterazione dovuto a una lite». Una lite scoppiata per futili motivi, tanto da far scattare la relativa aggravante dopo l’arresto. A 57 giorni dalla confessione, ieri mattina, il 36enne è stato scarcerato e ora si trova agli arresti domiciliari, a Muzzana del Turgnano (Udine), a casa dei genitori.

Il tribunale del Riesame di Trieste, lo scorso 30 agosto, aveva già accolto la richiesta dei suoi legali e disposto per lui l’utilizzo del braccialetto elettronico che, però, aveva tardato ad arrivare. Il collegio pur confermando il «fatto gravissimo» e «la pericolosità sociale elevata» ha ritenuto che i domiciliari potessero essere la misura cautelare più idonea perché, tra l’altro, «si è presentato alla polizia con il cadavere». Inoltre le prove sono state per lo più acquisite e, prima del delitto, Mazzega aveva avuto «una condotta irreprensibile» ed è «incensurato».

Di parere opposto è la Procura di Udine che ai primi di settembre ha fatto ricorso in Cassazione. Una notizia che in casa Orlando è stata apprezzata. «La apprendiamo con ottimismo — ha detto Fabio Gasperini, legale dei genitori di Nadia — e la famiglia auspica che la Cassazione si pronunci quanto prima, riformando quell’ingiusta ed errata decisione che concede all’omicida un beneficio del tutto ingiustificato».

Il via libera ai domiciliari aveva provocato, a fine agosto, un’ondata di indignazione. I detenuti di Udine avevano protestato e, anche per questo, Mazzega il 2 settembre era stato trasferito nel penitenziario di Pordenone. A Vidulis di Dignano, dove viveva Nadia, erano state raccolte migliaia di firme contro la scarcerazione. «È sconcertante e inaccettabile — ha detto il sindaco, Riccardo Zuccolo — per una comunità ancora tramortita da un delitto così efferato, odioso e profondamente lesivo del nostro più profondo sentire». Ha poi fatto appello al Presidente della Repubblica, «per rimettere subito mano alla disciplina delle misure cautelari». Una vicinanza apprezzata dai coniugi Orlando che hanno ringraziato quanti hanno condiviso il loro «immenso e indescrivibile dolore» e hanno «contribuito a mantenere alta l’attenzione su questo incredibile caso».”

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