L’Italia è in crescita. Sì, ma di poveri

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Italia è in crescita

L’Italia è in crescita, cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel, siamo fuori dal tunnel della crisi, la crisi è alle spalle.

Quante volte abbiamo sentito dire queste frasi in tv o le abbiamo lette sui giornali?

Migliaia, in questi ultimi anni. Una propaganda martellante per farci credere che l’Italia “è ripartita”.

La verità però è un’altra: nel nostro Paese in meno di dieci anni, dal 2008 al 2016, i poveri assoluti sono quasi triplicati, raggiungendo i 4,7 milioni.

Non solo: i nostri connazionali a rischio di povertà o di esclusione sociale sono aumentati più che in qualsiasi altro paese dell’Ue, raggiungendo una percentuale shock, il 30% della popolazione.

È quanto emerge dai dati di Eurostat relativi al 2016, anno in cui l’ufficio statistico dell’Unione Europea ha classificato ben 18 milioni di italiani come appartenenti a famiglie con reddito molto basso o prive di occupazione.

Lorenzo Totaro e Giovanni Salzano, in un articolo scritto a quattro mani per Bloomberg, spiegano che nello stesso anno il 30% dei residenti in Italia erano a rischio di povertà o esclusione sociale, in aumento rispetto al 28,7% che era stato registrato nel 2015.

Ciò che spaventa è l’incremento del numero di italiani in condizioni di povertà assoluta, che sono passati da 1,7 milioni nel 2006 ai 4,7 milioni di oggi.

Il governo vuole liquidare il problema con il reddito di inclusione, ovvero dando qualche centinaio di euro al mese a famiglia per non più di 18 mesi per tirare avanti.

Secondo l’opposizione si tratta piuttosto, però, di un reddito di “illusione”, una sorta di mancetta elettorale in vista delle politiche che non cambierà di una virgola la disastrosa situazione economica delle classi meno abbienti.

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