Le carni utilizzate per kebab e gyros continueranno a essere trattate con acido fosforico e fosfati.
Questa la decisione del Parlamento Europeo, che non avendo ottenuto la maggioranza assoluta di 376 consensi per 3 voti, blocca il disegno della Commissione Salute per un Europa più vigile alla sanità dei consumatori.
C’è però incongruenza tra il parere espresso dagli europarlamentari, in maggioranza contrari agli additivi nei kebab, e il risultato effettivamente ottenuto dalla votazione.
Tra i favorevoli all’uso degli additivi i conservatori e i Popolari, compresi Forza Italia e AP.
Contrari, invece, i liberali, i socialisti, i verdi, la sinistra unita e la Lega Nord.
A cantare vittoria è la Germania con Renata Sommer, Ppe, a capo della battaglia a favore dell’utilizzo dei fosfati.
I tedeschi producono circa l’80% della carne da kebab in Europa, e la loro portavoce afferma che non ci sono prove che i fosfati siano dannosi per la salute e che, inoltre, la quantità che assimiliamo mangiando la carne è irrilevante.
È anche vero che la scelta di fermare il kebab dal diventare un prodotto esente dalle restrizioni sui fosfati, era sorta quando la Commissione venne a conoscenza di uno studio di Deutsches Artzeblatt, in cui si dimostra un collegamento tra gli additivi fosfati e l’aumento di rischi cardiovascolari.
Ad aumentare il sospetto verso queste sostanze, anche la ricerca pubblicata dal The American Journal of Clinical Nutrition, in cui si evidenzia la relazione tra una dieta ricca di fosfati e fosforo e l’aumento della mortalità nelle popolazioni nordamericane.
Bisogna anche considerare che i fosfati, oltre a garantire un congelamento ed una cottura omogenei, trattengono anche l’acqua facendo lievitare sostanzialmente il peso, e di conseguenza, il prezzo della carne.
Una doppia stangata insomma, ai danni dei consumatori, che oltre a doversi preoccupare del risvolto sanitario di quello che comprano, dovranno anche fare i conti con quello economico.
Non manca, infatti, la reazione contrariata dei consumatori, tramite il Beuc, la federazione delle associazioni Ue, che avrebbe preferito una “valutazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare prima di prendere in considerazione di permetterli”.
Infine, per far fronte alla decisione presa dal Parlamento, la federazione contatterà gli stati membri perché richiedano ai venditori di mettere al corrente i consumatori sull’utilizzo dei fosfati tramite un’apposita etichetta.