“Vorrei dire invece qualcosa sul problema 5 Stelle perché mi son preoccupato di capire come fosse fatto questo movimento. Dovete rendervi conto che per un sociologo l’idea che ci sia un movimento che in 5 anni arriva ad avere il 30 per cento dei consensi e ha un leader di 31 anni è come per un astronomo un passaggio di una cometa, va analizzata, non può essere secondaria”.
Lo ha detto Domenico De Masi nel corso del programma di La 7 Omnibus.
“Ho fatto per loro – ha proseguito il sociologo – tre ricerche molto interessanti e questo mi ha dato la possibilità di capire qualcosa in più. La base di riferimento è da una parte insieme di donne e uomini, insieme di giovani e vecchi (c’è una bella analisi del Mulino su questo). Però non è pari la presenza dei poveri, la presenza dei ricchi. Però non è pari la presenza dei poveri, la presenza dei ricchi.
Ad esempio a Roma hanno vinto nelle periferie, là dove il Pd ha vinto al centro e ha vinto ai Parioli, stessa cosa a Milano. Quindi la base di riferimento dei 5 Stelle è molto simile alla base di riferimento del Partito Comunista.
A questo punto il problema è: è stato grande perché ha fatto una forte opposizione per quarant’anni, un’opposizione molto seria. Per cui io spero che i 5 Stelle non vadano al governo, (d’altra parte non ci andranno probabilmente, data questa legge elettorale), ma che siano un nuovo Partito Comunista che faccia per altri quarant’anni un’opposizione di grande serietà.
In una intervista a Repubblica di qualche giorno fa De Masi ha approvato il nuovo codice etico pentastellato dicendo che per la prima volta ha letto un documento simile e vorrebbe che anche gli altri partiti lo sottoscrivessero.
Il sociologo ha anche dichiarato che secondo lui il grande merito dei 5 Stelle è di aver bloccato i movimento estremisti che cercano di emergere in Italia.
Lo dicono da 5 anni, perché è il loro sogno, ma, ancora una volta, avranno una delusione