Aumento spese conti correnti: da grandi banche rincari fino al 40 per cento

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Arriva una stangata anche per i servizi bancari.

Sono in forte aumento le spese per i conti correnti, sia quelli tradizionali che quelli on line: siamo di fronte ad un rincaro medio del 20 per cento che arriva, in alcuni casi, fino al 40 per cento.

Ne parla Paolo Baroni su La Stampa.

Il quotidiano torinese ha commissionato a Sostariffe.it (portale indipendente per il confronto di tariffe) l’elaborazione di una “serie di profili specifici analizzando un panel di 17 banche tradizionali ed on line”.

Dall’analisi del sito emerge che “dal 2013 ad oggi si registra un aumento medio di 36 euro”.

Gli incrementi maggiori sembrano concentrarsi “negli ultimi mesi del 2017”.

Ma non è finita qui.

Secondo le associazioni dei consumatori ci saranno rincari anche nel 2018. Codacons addirittura prevede un incremento di 18 euro in media, mentre secondo Adusbef l’aumento medio sarà di 38 euro.

I conti più colpiti sono quelli ad operatività mista (sia online che in filiale), i cui costi aumentano anche del 52,8%: un modo, pare, per disincentivarne l’uso da parte degli istituti bancari. Questi conti correnti nei 4 anni presi in considerazione sono infatti passati da 82 a 115,73 euro di costo annuo (+41,12%).

Ma chi paga più di tutti, ovvero quasi 173 euro l’anno, sono le famiglie che ancora mantengono i propri risparmi nei conti tradizionali, gestendoli direttamente nelle filiali delle banche.

Al contrario, i conti correnti online costano meno in termini di canone, movimenti, bonifici e prelievi allo sportello, costo degli assegni e del canone annuo della carta di credito (12,22 euro in media). In questo caso il costo aumenta però per il versamento di contanti e assegni, per i bonifici online delle domiciliazioni e per prelievi in Atm di altri istituti.

Qual è il motivo di tutti questi aumenti?

Secondo Banca Intesa il colpevole dei rincari sarebbe la Bce, che da un po’ di tempo ha iniziato ad applicare tassi negativi. Stesso motivo, oltretutto, per cui “i soldi depositati sui conti tradizionali non rendono più nulla”, si legge su La Stampa.

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