De Benedetti a Otto e Mezzo: ‘D’accordo con Berlusconi, se M5S vince bisogna scappare’

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Silvio Berlusconi è il suo eterno rivale, ma su una cosa è senza dubbio d’accordo con lui:

“se vincesse il M5S sarebbe un disastro e bisognerebbe scappare” perché se Di Maio diventasse premier avremmo “l’incompetenza al potere”. Lo ha detto Carlo De Benedetti a Otto e Mezzo

L’ex editore di Repubblica (è il figlio Marco ora a tenere le redini di GEDI, gruppo editoriale che edita il quotidiano romano, L’Espresso La Stampa e il Secolo XIX) però ha preso le distanze da Eugenio Scalfari, il quale qualche mese fa a Di Martedì aveva detto che tra Berlusconi e Di Maio sceglierebbe il primo:

“Non sono d’accordo con Scalfari, tra Berlusconi e Di Maio meglio né l’uno né l’altro. Così risponderebbe uno che non ha problemi di vanità,” ha detto De Benedetti in merito alla vicenda e ha raccontato che “dopo che Scalfari ha fatto la sua stupidaggine in trasmissione, mi ha telefonato e mi ha detto: è finita la guerra, ‘non ci sono più i comunisti, tu sei di sinistra io di destra, ma qui ci sono altri problemi per il Paese’, ma io non faccio politica, ho risposto che non avevamo niente da dirci”.

L’imprenditore ha poi aggiunto di non voler fare commenti sul fondatore di Repubblica perché “è un signore molto anziano che non è più in grado di sostenere domande e risposte”. “Gli ho dato un pacco di miliardi – ha proseguito – è un ingrato. Con me deve stare zitto”.

La scorsa settimana aveva suscitato polemiche la pubblicazione del contenuto di una telefonata fatta da De Benedetti al suo broker Gianluca Bolengo nel gennaio del 2015 in cui l’ingegnere diceva che l’allora premier Matteo Renzi gli aveva detto che la riforma sulle popolari sarebbe passata.
E aveva quindi chiesto a Bolengo di investire sulle Popolari. Su questa circostanza la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per insider trading e ha indagato anche la Consob.

De Benedetti a Otto e Mezzo è intervenuto anche su questa vicenda, spiegando che la riforma delle Popolari era un “segreto di Pulcinella”:

“tutto un po’ ridicolo. Era un segreto di pulcinella la riforma. Era nel programma di Renzi che tra l’altro non mi ha detto niente di particolare e se lo avesse voluto fare non lo avrebbe fatto davanti ad un usciere. Mi ha solo detto che la riforma sarebbe stata data. Nessuna parola su un decreto o su una data,” ha detto.

E la telefonata con il broker, gli ha chiesto la Gruber?

L’ex editore ha risposto: “Al mio broker parlo tutte le mattine è una mia abitudine. Perche gli ho detto delle Popolari? Perche ho pensato che questo affare sarebbe maturato un giorno o l’altro. Se sapevo che il mio broker era intercettato? No, non lo sapevo. Forse non avrei detto `me lo ha detto Renzi´ ma solo perché non aggiungeva nulla. Era pleonastico”.

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