Va al New York Times il premio delle fake news

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Lo ha vinto il New York Times premio delle fake news.

Il presidente americano ha annunciato il premio con un tweet che rimandava al sito del Comitato Nazionale Repubblicano, in cui è presente la lista dei “vincitori”.

Nella classifica sono presenti le più influenti testate giornalistiche americane, con il New York Times, appunto, al primo posto.

Vediamo quali sono.

La prima della lista riguarda, appunto, un giornalista del quotidiano newyorchese, Paul Krugman, il quale il giorno della storica vittoria del Presidente Trump aveva affermato che l’economia non si sarebbe mai ripresa.

Al secondo posto troviamo Brian Ross di ABC News, il quale, dopo aver pubblicato un report raffazzonato su Trump, ha mandato i mercati in una spirale discendente.

Poi è il turno di CNN, che aveva riferito che l’allora candidato Trump e suo figlio avevano avuto accesso a documenti hackerati provenienti da WikiLeaks.

Segue Time, con la falsa notizia della rimozione di un busto di Martin Luther King Jr. dal famigerato Oval Office, ad opera di Trump.

Non manca il Washington Post, menzionato perché un giornalista del giornale della capitale aveva pubblicato una foto del raduno sold-out del Presidente a Pensacola, in Florida, che ritraeva l’arena vuota. La foto era però stata scattata prima che i partecipanti arrivassero.

Al sesto e settimo posto ritroviamo CNN, che aveva montato un video per far credere che il Presidente Trump avesse dato troppo mangime ad un pesce durante una visita con il primo ministro giapponese.

Questi, in realtà, aveva aperto la strada con l’alimentazione. L’altro articolo si riferiva dell’incontro di Anthony Scaramucci con un russo, ma lo aveva ritrattato a causa di una “rottura significativa in corso”. I 3 giornalisti coinvolti avevano in seguito dato le dimissioni per via della falsa notizia.

È da Newsweek, invece, che viene divulgata la “falsa notizia” che la First Lady polacca, Agata Kornhauser-Duda non aveva stretto la mano al Presidente Trump durante la loro visita. Trump ha smentito mostrando una foto che mostra la stretta di mano.

Al decimo posto troviamo nuovamente al New York Times, “colpevole” di aver accusato l’amministrazione Trump di aver nascosto un relazione sul cambiamento climatico.

Ultimo ma non meno importante la collusione con la Russia, definita dal Presidente come il più grande inganno perpetrato agli americani.

Ma se da un lato Trump esulta per aver dimostrato che varie notizie sul suo conto erano effettivamente fake news, non mancano le critiche.

Il senatore repubblicano Jeff Flake ha infatti paragonato Trump a Stalin perché il presidente aveva definito la stampa “nemico del popolo”, proprio le stesse parole che aveva usato al suo tempo il dittatore sovietico per inquadrare i suoi avversari politici.

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