La patria non appartiene né alla destra, né alla sinistra. La patria è di tutti gli italiani.
Giorgia Meloni dovrebbe togliersi subito l’etichetta di patriota che vorrebbe attribuirsi dicendo che votando centrodestra votiamo per “un governo di patrioti”.
Non solo perché di patriottico in un partito (il suo) che ha votato la legge Fornero non c’è un bel niente. Ma anche, e soprattutto, per via dell’ultimo annuncio di Silvio Berlusconi, il gran capo della coalizione di cui la Meloni è illustre esponente.
L’ex Cavaliere si appresta a diventare il referente nel nostro Paese dei burocrati europei, ai quali oggi, guarda caso, presenterà il suo programma. E infatti, prima di volare a Bruxelles, ha annunciato un piano di privatizzazioni per ridurre il debito pubblico:
“L’esperienza insegna che debito pubblico e pressione fiscale crescono insieme, come hanno dimostrato i governi di sinistra in questi ultimi anni. L’unico modo per abbatterlo è un grande piano di privatizzazioni, per 5 punti percentuali circa, che insieme alla ripresa della crescita e all’avanzo primario nei conti pubblici determinato all’aumento del gettito, porterebbe ad un rapporto debito/Pil vicino al 100% in cinque anni, con la relativa riduzione della spesa per interessi”, ha detto.
Alle nostre orecchie la parola “privatizzazioni” potrebbe pure suonare positiva, ma traducendola dall’economichese scopriamo l’inganno.
Quella che viene spesso lodata come la ricetta per risolvere tutti i mali dell’Italia, è in realtà un espediente surrettizio che il sistema usa per portare via ai cittadini le loro migliori risorse.
Le aziende pubbliche, dopo essere state spremute, vengono messe all’asta a prezzi da discount. Il privato di turno arriva e si prende l’azienda. E con essa se ne vanno tutti i soldi delle tasse pagate dagli italiani negli anni per mantenere quell’azienda.
Le privatizzazioni, inoltre, invece che portare prezzi migliori per i consumatori, provocano aumenti delle tariffe e disservizi.
E allora dove sta la convenienza per noi cittadini?
La verità è che chi si riempie la bocca di belle parole, sta invece andando contro i nostri interessi.
Apriamo gli occhi e il 4 marzo difendiamo la nostra patria da chi vuole svenderla al miglior offerente.