Consip, Scafarto sospeso per un anno

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L’ex maggiore Noe, Gianpaolo Scafarto, indagato per il depistaggio nell’inchiesta Consip, è stato sospeso dal servizio per un anno.

Questa la nuova misura interdittiva emessa dal giudice per le indagini preliminari di Roma.

Il primo provvedimento, arrivato a dicembre, ma successivamente annullato per problemi formali, era indirizzato anche all’ex colonnello Noe, Alessandro Sessa, il quale, essendosi autosospeso dal servizio, non è stato indirizzato da nuove ordinanze.

Il maggiore è accusato di aver cancellato delle conversazioni dal telefono di Sessa, in cui venivano scambiate notizie sull’inchiesta, quando era già stato indagato e il suo cellulare era stato sequestrato al primo interrogatorio.

Scafarto, oltre che essere indagato per depistaggio, è anche indagato per falso e rivelazione del segreto di ufficio. È accusato di aver agito con l’intento di rovinare Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, truccando atti di indagine, e di aver divulgato notizie di indagine ai vertici del Servizio Segreto Estero.

Il segretario del PD Matteo Renzi, ha detto che sta seguendo la vicenda, in cui è indagato il padre per traffico di influenze, in maniera neutrale e aspettando che la giustizia deve seguire il suo corso e trovare i colpevoli.
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Nel giugno scorso da una chat di Whatsapp era emerso che Scafarto aveva intenzione di arrestare Tiziano Renzi e intercettare il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il capo di Stato maggiore Gaetano Maruccia. Il militare, riportava Il Messaggero, aveva valutato questa possibilità con il suo superiore, Alessandro Sessa, e con il pm di Napoli Henry John Woodcock.

Lo scambio in chat tra Scafarto e i suoi uomini era stato come prova durante l’interrogatorio a Scafarto, il quale, spiegano Carlo Bonini e Maria Elena Vincenzi su Repubblica, “concionava sulla necessità di intercettare — non è dato sapere in forza di quale autorità — il Comandante generale Tullio Del Sette e il Capo di Stato Maggiore Gaetano Maruccia, sospettati di essere le talpe che avrebbero dovuto far deragliare l’indagine della Procura di Napoli a vantaggio del Presidente del Consiglio”.

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