Accordo Renzi Berlusconi, Di Pietro: ‘Ecco la prova del nuovo inciucio’

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C’è un accordo Renzi Berlusconi per le prossime elezioni?

Secondo Antonio Di Pietro sì, e la sua esclusione dalle liste dem in Molise lo dimostrerebbe.

Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare degli esclusi dalle parlamentarie del M5S.

Una polemica sterile, creata dai giornaloni per attaccare un’altra volta i pentastellati.

In realtà i vertici dei 5 Stelle hanno eseguito una ulteriore scrematura perché hanno ricevuto segnalazioni su candidati impresentabili: uno di questi, ad esempio, era un massone iscritto al GOI. Ed è stato rimosso dalle liste. Polemica chiusa.

Dal mondo dell’informazione, però, sono arrivate poche critiche, appunto, alle esclusioni dagli altri partiti, come quelle del Pd, che Renzi ha liquidato come “ricambio fisiologico”.

Antonio Di Pietro, che voleva candidarsi con i dem in Molise, ha denunciato che “Renzi e i suoi ascari preferiscono avere rapporti con un pregiudicato piuttosto che con un giustizialista: il Pd molisano mi voleva, Roma no”.

Questa secondo l’ex pm di Mani Pulite dimostra l’esistenza di un accordo Renzi Berlusconi: “E’ la prova dell’accordo che già c’è tra Matteo e Silvio, il nuovo inciucio,” ha fatto sapere.

Lo ha detto Di Pietro all’ANSA dopo essere stato escluso dalle liste. La sua candidatura, rifiutata dal Pd nazionale, era proposta nelle settimane scorse dai vertici locali del Pd.

Il magistrato ha detto di essere stato “usato come specchietto per le allodole il Pd locale sinceramente mi voleva, quindi mi pare che Renzi non umili solo la minoranza di Orlando, ma anche i suoi stessi renziani”.

E ancora: “Il veto sul mio nome c’era da tempo, evidentemente, era meglio se me lo dicevano prima, io mi ero solo messo al servizio del mio Molise, ma certo gli inciuci non li avrei mai votati”.

Anche in questo caso, ha concluso l’ex leader de L’Italia dei Valori, “il Pd si dimostra subalterno a Berlusconi”.

Un’altra critica alle candidature è arrivata dal M5S, che in un post pubblicato sul Blog delle Stelle ha denunciato l’assenza totale della cosiddetta “società civile” nelle liste del centrodestra, nonostante, hanno precisato, “Berlusconi avesse detto che un terzo dei loro non sarebbero stati politici di professione”.

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