Da quando esiste la rete giornaloni e tv hanno cercato di farci credere che chi diffonde l’odio in rete sono i sostenitori del M5S.
Niente di più falso.
A ricevere insulti non sono solo i giornalisti e i politici che attaccano i 5 Stelle, ma anche i 5 Stelle stessi. Un esempio? Luigi Di Maio.
Il candidato premier pentastellato, ospite a Otto e Mezzo in compagnia di Beppe Severgnini, ha risposto ad un attacco di quest’ultimo che si lamentava per gli insulti ricevuti dai fan del M5S:
“Meglio tardi che mai, soprattutto per quanto riguarda l’odio in rete. Noi giornalisti abbiamo subito insulti che lei non può immaginare. Anzi, se li immagina. Nel mondo 5 Stelle c’è questo problema. Perché non lo ammette e dice che i suoi gli sono scappati di mano?”, ha detto il giornalista.
Di Maio ha replicato spiegando che in “questi anni, anche per le elezioni comunali e regionali, abbiamo sempre escluso anche candidati in corsa, che avevano delle espressioni di odio pesante o dei comportamenti sbagliati”.
“Anche io – ha aggiunto – ricevo in rete da fan di altri partiti insulti, espressioni di odio e minacce di morte”.
Il leader dei 5 Stelle ha anche parlato della questione dei candidati esclusi alle parlamentarie del M5S: “Chi urla odio razziale, chi usa espressioni omofobe, chi è iscritto alla massoneria, chi nella propria vita ha portato nella vita azioni indecenti non si può candidare col M5s,” ha spiegato. E ha poi proseguito dicendo: “Abbiamo fermato anche altre candidature in cui abbiamo trovato qualche anomalia. Come ad esempio, di persone che erano iscritte al registro della massoneria.
Di Maio ha anche affermato di essere “disponibilissimo” al confronto con i candidati premier degli altri partiti: “Anche con Renzi,” ha precisato. “Ovviamente se le forze politiche ci faranno sapere se veramente quelli sono i loro candidati alla presidenza del Consiglio, visto che Renzi dice che gli sta bene anche Gentiloni e Berlusconi è ineleggibile,” ha concluso.
