Di Martedì, Giannini attacca Di Maio. Il leader 5 Stelle lo mette a tacere così

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A “Di Martedì“, programma condotto da Giovanni Floris sul La7, si parlava del viaggio di Luigi Di Maio a Londra per rassicurare gli investitori sulle intenzioni del M5S e presentare il proprio programma economico.

Collegato con lo studio dalla “City”, Di Maio ha spiegato che i 5 Stelle vogliono cambiare delle cose “che tutti quanti dicono” perché credono che “l’Italia può contare di più”.

Nel frattempo hanno raggiunto Floris i giornalisti Massimo Franco e Massimo Giannini. Quest’ultimo si è rivolto a Di Maio dicendogli: “I banchieri d’affari che lei sta per incontrare soltanto il 16 gennaio scorso hanno letto sul Financia Times, che è la Bibbia della finanza internazionale, un lungo articolo in cui si parla di lei. Io me ne sono appuntato due passaggi perché vale la pena di leggerlo.

Dice di lei il Financial Times: ‘La sua carriera è un caso fortuito, più che il frutto del talento, dopo la maturità liceale divenne organizzatore studentesco alla Facoltà di Legge a Napoli, senza mai arrivare alla laurea. Quindi fece diversi lavoretti tra cui lo steward allo stadio di Napoli. Il miracolo avvenne nel 2013, quando con 189 voti si affermò alle parlamentarie. Ed ebbe la fortuna di entrare nelle grazie di Grillo. Scarsissima preparazione ed inesperienza è il vero grande difetto dei grillini, che per questo non convincono’.

Allora, manca un mese alle elezioni – ha proseguito Giannini – come fa lei a convincere le persone che leggono questo giornale che il M5S è affidabile per questo Paese”.

Immediata la replica di Di Maio: “Mi dispiace che il Financial Times dica che il M5S non convinca. Glielo avete detto al Financial Times che siamo la prima forza politica del Paese, che ha oltre il 30% dei consensi? Non so se glielo avete detto…”.

E ancora: “Io non sono l’uomo solo al comando, come avete visto ieri ho presentato una squadra di persone che vengono da vari mondi, con delle specifiche competenze. Ma se a vent’anni ho fatto lo steward in uno stadio per guadagnare qualcosa io non me ne vergogno, ho lavorato onestamente, a differenza di molti altri che si sono fatti i soldi coi vitalizi e i super stipendi in parlamento.
Quindi anche questa cosa per cui mi si prende in giro, che lo ha fatto anche Berlusconi, io prima di entrare in parlamento stavo fondando una società di comunicazione, cioè mi stavo rimboccando le maniche, provando con un’impresa a dare una strada alla mia esperienza lavorativa. Anche perché vengo da una zona che ha il 50% di disoccupazione giovanile e se sto in parlamento è perché sto combattendo per tante persone che espatriano perché non riescono a trovare lavoro.”

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