Sondaggi Bologna, i numeri che fanno tremare il Pd

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AGGIORNAMENTO: Lorenzo Pregliasco, cofondatore di You Trend ha fatto sapere su Twitter che il sondaggio riportato di seguito non riguarda le intenzioni di voto come riporta Repubblica, ma invece i candidati di cui “si ha maggior stima”.

L’articolo da noi pubblicato:

“A giudicare dagli ultimi sondaggi a Bologna si sta mettendo male per il Pd.

Secondo le rilevazioni di Sylla srl il candidato del Pd Pierferdinando Casini è stato sorpassato nelle intenzioni di voto dall’ex presidente della Regione Emilia Romagna e candidato di Liberi e Uguali Vasco Errani.

Mentre a livello nazionale il Pd ha un vantaggio di almeno 15 punti percentuali su Liberi e Uguali, nel collegio di Bologna, riporta Repubblica, i valori si invertono. Nell’uninominale al Senato Vasco Errani è al 23%, Casini al 15,13%.

E anche all’uninominale alla Camera il Pd arranca: Anna Falcone, ex animatrice dei comitati per il No al referendum del 4 dicembre 2016, è al 16,75%. Il dem Andrea De Maria invece si attesta al 12,87%.

Per quanto riguarda il collegio plurinominale della Camera ler percentuali sono le seguenti: Pier Luigi Bersani al 19%, Carla Cantone del Pd all’8%.

A livello nazionale la situazione è ben diversa.

Secondo un sondaggio di EMG il M5S si conferma primo partito al 27,3%, seguito dal Pd, che è al 22,8%. Poi vengono Forza Italia con il 16,1% e La Lega con il 13,9. La coalizione di centrodestra, che comprende anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (4,6%) e Noi con l’Italia (2,8%) non arriva al 40%, fermandosi al 37,4%.

Liberi e Uguali a livello nazionale si attesta al 5,2%.

Poi ci sono i partiti minori: +Europa di Tabacci e Bonino al 2,1%, Civica popolare della ministra della Salute Beatrice Lorenzin all’1%, Insieme al 1,6%. Potere al Popolo, lista nata dall’unione tra Rifondazione Comunista e movimenti radicali, secondo Lorien Consulting è in crescita, al 2,4%.

Un discorso a parte meritano gli indecisi, che se fossero un partito vincerebbero le elezioni: il 40,5% degli intervistati non sa se il 4 marzo andrà a votare oppure ha già deciso che non andrà. Secondo SWG le ragioni di tale scelta sono da ricercare nel rifiuto dei cittadini per la politica: il 37% degli indecisi vede l’astensione come un “modo di protestare contro il sistema”. Il 34% invece pensa che anche se votasse, non cambierebbe nulla. Il 32% degli astenuti non si sente rappresentato da nessun partito.”

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