Ospite a Domenica Live, Luigi Di Maio è tornato sul caso rimborsi che ha scosse i 5 Stelle e riempito le prime pagine dei giornali la scorsa settimana.
Il candidato premier dei 5 Stelle ha spiegato che verrà messo a punto un metodo per evitare che nessuno possa fare il furbo in futuro e ha poi raccontato la storia di Massimiliano Bernini, deputato uscente del M5S:
“Viene da Viterbo, ogni mattina veniva alla Camera col treno da pendolare, da Viterbo, lasciava la sua bambina e sua moglie lì. Veniva alla Camera e poi ritornava a Viterbo col treno da pendolare ogni giorno. E restituendo quasi 6mila euro al mese è arrivato a mettere su un conto del Ministero dello Sviluppo Economico 300mila euro”.
Tutti insieme, ha sottolineato Di Maio, “abbiamo messo insieme 23 milioni”. Con questi soldi i 5 Stelle hanno dato lavoro a 18mila italiani e creato 7mila imprese. Queste persone, ha precisato il capo politico pentastellato, “avevano un’idea ma non avevano i crediti dalle banche per poter aprire un negozio, un’impresa o un’impresa agricola. Questo progetto mi rende orgoglioso”.
Di Maio ha poi lamentato il fatto che “per 8 o 10 che sbagliano” i 5 Stelle sono stati trattati dai media alla stregua degli altri partiti, “che non hanno mai restituito un euro dei propri stipendi o dei propri vitalizi agli italiani”.
Riguardo ai “furbetti” del bonifico, il candidato premier del M5S ha fatto sapere che saranno espulsi dal Movimento e a loro sarà chiesto di rinunciare al seggio. E se non lo faranno saranno denunciati per danno d’immagine al M5S.
Di Maio a Domenica Live: ‘La differenza tra noi e loro è allontanare quelli che si comportano male o tenerseli dentro’
Di Maio ha anche risposto alle domande di Barbara D’Urso sui candidati iscritti alla massoneria che sono stati mandati via:
“Abbiamo fatto tanti controlli, solo che qualcuno c’è sfuggito. è capitato che qualcuno mi ha detto una bugia. Neanche la polizia riesce a trovare tutti i delinquenti prima che delinquono, ma dopo che delinquono, l’importante è assicurarne alla giustizia la loro custodia”.
“Nel M5S facciamo così. Dall’altra parte invece… – ha proseguito – Io sono campano, vengo dalla Terra dei Fuochi, la mia gente è morta di tumore, muore di tumore per i rifiuti che hanno interrato nel sottosuolo non solo le organizzazioni criminali, la politica d’accordo con le organizzazioni criminali. Ieri i bravissimi giornalisti di Fanpage hanno fatto uno scoop e hanno scoperto che il figlio del governatore De Luca, della mia regione, c’è un’organizzazione attorno a suo figlio che chiedeva il 15% di tangente per far vincere gli appalti per la gestione dei rifiuti ad un’azienda”.
“Al di là della tangente, che è gravissimo, – ha continuato Di Maio – qui il tema è che quando si fa vincere un appalto per la gestione dei rifiuti ad un’azienda che non lo merita poi quella prende quei rifiuti e li interra sotto casa dei cittadini italiani e li fa morire di tumore. Io quando ho visto quella scena e quell’inchiesta ho pensato a chi erano gli assassini politici della mia gente e al fatto che non li hanno messi fuori: quella gente la premiano, gli hanno candidato il fratello in Parlamento, hanno sostenuto il padre presidente della regione”.
La differenza tra M5S e Pd, ha detto il pentastellato: “allontanare quelli che si comportano male o tenerseli dentro”.
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Per quanto riguarda la violenza sulle donne di cui si parla alla fine per de Falco, stiamo attenti che a volte certe donne inventano o gonfiano a modo loro una discussione tra le mura domestiche. E so quello che dico.