Vendita Milan, Gabanelli: ‘La cassaforte che ha comprato la società era già vuota’

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Vendita Milan: “la cassaforte che ha comprato il club era già vuota”.

Milena Gabanelli nella rubrica “Dataroom” sul Corriere della Sera ha raccontato nei dettagli la vicenda del finanziere cinese Yonghong Li, nuovo presidente e proprietario dell’AC Milan, e dei 740 milioni di euro pagati a Fininvest, holding i Berlusconi, per l’acquisto della gloriosa società calcistica.

“Un prezzo incredibile si dice,” ha commentato la giornalista.

“I soldi – ha detto la Gabanelli nel breve video pubblicato oggi – transitano un po’da Cayman e Virgin Islands, 300 milioni li presta il fondo americano. In pegno gli viene dato tutto il Milan: le azioni, i diritti presenti e futuri, marchi, conti in banca, spogliatoi e anche le divise dei giocatori. L’operazione scatena le fantasie: saranno mica i fondi neri di Berlusconi che rientrano puliti attraverso una testa di legno?”

Ma il cinese, ha proseguito l’ex conduttrice di Report, “presenta i suoi asset, tra cui una miniera di fosfati un po’ fantasma e una holding con dentro una grossa partecipazione in una importante società cinese quotata di imbottigliamento.”

Mario Gervini, collaboratore della Gabanelli, ha scoperto i seguenti aspetti del caso:

– Agosto 2016: Yonghong Li firma il preliminare per l’acquisto del Milan e versa la caparra.
– Febbraio 2017: la holding di Li non paga i debiti con una banca e il tribunale stabilisce che per rimborsarla deve vendere la sua partecipazione dentro la società quotata
– Aprile 2017: completa l’acquisto del Milan e l’advisor della Fininvest, Lazard, scrive: “Yonghong Li è finanziariamente solido”.
– Giugno 2017: il cinese Li presenta alla lega le credenziali secondo le regole di onorabilità e solidità finanziaria; il Milan viene ammesso al campionato e parte la campagna acquisti.
– Gennaio 2018: salta fuori che un’altra banca sta aspettando dei soldi di Li.
– 10 giorni fa: il tribunale cinese ha sospeso l’asta perché adesso c’è in ballo la liquidazione per bancarotta della sua cassaforte.

La morale, ha concluso la giornalista è: “Può uno sconosciuto finanziere che non si è mai occupato di business sportivi e nemmeno di calcio, e che presenta tra i suoi gioielli una holding in fallimento perché non paga i debiti con le banche, impegnarsi in un’operazione da un miliardo di euro, campagna acquisti e aumenti di capitale compresi? Eppure lui ce l’ha fatta! Con i banchieri della Rothschild come consulenti. Giusto per la cronaca: il vicepresidente di Rothschild Londra è Paolo Scaroni, che è anche nel cda del Milan e buon amico di Berlusconi. E a Milano per ora è tutto tranquillo, tanto i soldi che dovevano arrivare sono arrivati. Non vorremo mica continuare a chiederci di chi sono?”

http://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/cassaforte-che-ha-comprato-milan-era-gia-vuota/2ee58002-1344-11e8-bbf7-75f50a916419-va.shtml

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