Non hanno tagliato i propri stipendi e hanno affossato la legge Richetti, presentata da loro stessi, per tagliare i vitalizi.
Eppure il leader del Pd Matteo Renzi, parlando del caso rimborsi, si è vantato di aver restituito più soldi del M5S: “In questa legislatura abbiamo abolito il finanziamento ai partiti. Se il Movimento 5 Stelle ha restituito 23 milioni di euro in 5 anni, considerate che noi nel 2010 prendevamo 60 milioni di euro. Ore ne prendiamo zero. Noi con la legge abbiamo restituito molti più soldi del Movimento 5 Stelle,” ha detto ieri a Bologna, in occasione di un pranzo elettorale nella Casa del popolo Corazza.
I 5 Stelle, come tutta Italia ora sa grazie all’inchiesta delle Iene, hanno tagliato parte dei loro stipendi ogni mese e li hanno versati in un fondo per il microcredito: totale, dopo 5 anni di legislatura, 23 milioni di euro. 90,5 se si contano consiglieri regionali, assessori, sindaci, ecc.
Il Pd però non può dire di aver restituito soldi agli italiani perché, appunto, i suoi esponenti si sono tenuti tutto lo stipendio. E l’abolizione del finanziamento ai partiti a cui ha fatto riferimento Renzi vale per tutti, non solo per il Pd.
Ieri Renzi ha anche detto che il Pd può “guardare in faccia tutti” perché non hanno “taroccato i rimborsi spese, né photoshoppato i bonifici, né truffato”. Perciò non accettano “che vengano a farci la morale su come siamo disonesti noi e siano onesti loro”.
La differenza tra 5 Stelle e Pd, però, è che i cosiddetti “furbetti” del bonifico pentastellati (che peraltro sono stati immediatamente cacciati dal Movimento) non hanno violato alcuna legge e non hanno rubato soldi pubblici. Hanno tradito la fiducia degli elettori venendo meno ad una promessa, e ne hanno pagato le conseguenze.
Le liste del Pd presentano ben 29 inquisiti, tra cui Piero De Luca, uno dei figli del governatore della Campania Vincenzo. L’altro figlio, Roberto, invece, è indagato nell’ambito dell’inchiesta su appalti e rifiuti in Campania, uno scandalo di cui nessuno parla. Ad una domanda sul caso, durante il pranzo elettorale di ieri, Renzi ha risposto dicendo: “Siamo il partito dell’onestà”.
Ma parlare non basta per esserlo. Alle dichiarazioni devono seguire i fatti.
è fortemente sbagliato il concetto, ai fatti devono seguire le dichiarazioni e non il contrario, basta dire farò e poi non succede niente
IL pd dona veramente ai POVERI, se avete qualche DUBBIO chiedete a Marchionne