Nell’intervista di ieri a “Di Martedì”, programma condotto da Giovanni Floris su La7, Marco Travaglio ha espresso la sua opinione sui vari leader politici.
Su Berlusconi il giornalista ha detto:
“Penso che uno che promette da 24 anni la stessa cosa: ‘Riduco le tasse’ e poi ogni volta che va al governo non ci riesce dovrebbe smetterla ad un certo punto, o dovremmo smetterla noi di crederci. Non è una questione di destra o di sinistra, è che se l’hai già provato a fare tre volte e non ci sei riuscito, ma quante altre volte ci devi provare? E’ evidente che la tua ricetta non funziona, e non funziona perché non sai ridurre le spese, e perché non sai ridurre le spese? Perché non le vuoi ridurre. E perché non le vuoi ridurre? Perché sei il più grande populista che sia mai esistito, che ha sempre paura di dire la verità agli italiani. Per cui quando si tratta di comprare voti con la spesa pubblica tu non rinunci nemmeno a un euro di quei voti comprati e quindi non puoi ridurre le tasse. Per ridurre le tasse dovresti farle pagare a chi non le paga, e cioè a te stesso, che sei uno dei più grandi frodatori fiscali che la storia ricordi. Quindi è impossibile la lotta all’evasione fiscale in mano a un frodatore fiscale”.
E ancora: “Quando gli sento dire che ‘rimpatrieremo 600mila immigrati clandestini’ a me viene in mente che li ha regolarizzati 600mila immigrati clandestini. La più grande sanatoria di immigrati irregolari della storia d’Europa l’hanno fatta Berlusconi e la Lega nel 2002. Non contenti, ne hanno fatto un’altra da 300mila clandestini nel 2009. Come possono dirci che li rimpatrieranno? Che fanno? Prendono quelli che hanno regolarizzato e gli dicono ‘abbiamo scherzato, adesso tutti a casa’.”
Il direttore del Fatto Quotidiano ha poi parlato di Matteo Renzi: “Ormai è un caso umano. Io capisco essere bollito a 81 anni, ma essere bollito a 40 anni è dura”.
Il conduttore ha poi detto a Travaglio che Prodi e Napolitano contano su Paolo Gentiloni sul post voto. Immediata la replica: “Mi ricordano quelli che vogliono andare a letto con Sharon Stone ma non la conoscono. Per andare a Palazzo Chigi bisogna prendere i voti, se rappresenti un partito che dai sondaggi dovrebbe arrivare secondo e rischia addirittura di arrivare al terzo. E’ difficile vincere alla lotteria senza pagare il biglietto”.
E su Gentiloni ha commentato: “La sua principale qualità è che è un uomo ben educato, di solito è un po’ poco”. E ancora: “Gentiloni passava per il nemico antropologico dei populisti, adesso scopriamo che da una parte ha confermato i vertici di Trenitalia a camere chiuse, con quattro mesi d’anticipo, mentre oggi dovrebbe conto della paralisi dei treni di ieri. E dall’altro mi è cascato sul populismo proprio sul traguardo perché ha cominciato a promettere ai pensionati che non gli farà pagare il canone, ma queste cose le faccia fare a De Luca a quelli delle fritture”.
Il giornalista ha concluso criticando la selezione dei candidati del M5S, in particolare il caso di Salvatore Caiata, l’ex presidente del Potenza che non aveva riferito ai vertici pentastellati di essere indagato a Siena: “E’ chiaro che se tu improvvisi all’ultimo momento delle candidature ti esponi al rischio di mettere dentro delle persone che poi il giorno dopo scopri che non andavano bene e non le puoi più togliere. L’apertura agli esterni da parte di un movimento che prima era una specie di setta è positivo. Il problema è che gli esterni te li dovresti coltivare per qualche mese per conoscerli, per metterli alla prova, per fargli i raggi x, per saggiarne l’affidabilità e la credibilità”.