‘Improbabile che Mattarella scelga Di Maio o Salvini’

Dopo la pubblicazione dei primi exit poll e poi dei risultati parziali si è fatta strada l’idea di un governo Di Maio appoggiato da Lega o Pd o da un governo di centrodestra guidato da Matteo Salvini.
In realtà nessuna di queste ipotesi è plausibile e la situazione è molto più complicata. Ci si chiede, quindi, cosa possa fare il capo dello Stato Sergio Mattarella per sbloccare lo stallo post-elettorale.
Lettera43.it ha intervistato Lorenzo Cuocolo, ordinario all’Università di Genova, che ha spiegato:
“In sostanza si ritorna allo schema della Prima Repubblica. Le strane figure previste nei manuali di Diritto costituzionale, cioè il pre-incarico e il mandato esplorativo, potrebbero tornare di attualità”.
Le discussioni sulla formazione del governo saranno quindi rinviate ad aprile, dopo Pasqua. Il 23 marzo si insedieranno le camere e saranno nominati i rispettivi presidenti. Dopodiché, spiega Lettera43.it, “nel giro di 3-4 giorni, insomma, dovremmo avere i due presidenti e si formeranno i gruppi parlamentari. A fine marzo-primi di aprile – c’è la Pasqua di mezzo – iniziano le consultazioni dopo le dimissioni (praticamente sicure, a questo punto) del governo Gentiloni.”
E’ difficile, secondo Cuocolo, che i 5 Stelle ottengano l’incarico: “Non c’è nessun obbligo scritto né di prassi di dare l’incarico al primo partito. Mattarella deve dare l’incarico al soggetto che secondo la sua valutazione è più in grado di coagulare attorno a sé una maggioranza. In questo senso è improbabile che venga dato l’incarico a Di Maio, soprattutto se permane un sostanziale isolamento del Movimento,” ha spiegato.
Le strade percorribili da Mattarella sono quindi il “mandato esplorativo”, ovvero un “mandato assegnato a una figura istituzionale, il più possibile super partes, perché sondi le volontà dei gruppi parlamentari e individui per conto del presidente della Repubblica una possibile maggioranza attorno cui formare il governo”.
Oppure un “pre-incarico”, cioè “un incarico informale dato a un esponente politico che probabilmente andrà a formare il nuovo governo, ma che non viene investito da un incarico ufficiale per non essere bruciato”. Come avvenne per Bersani nel 2013.
Cuocolo è del parere che “la strada più probabile mi pare un incarico a un esponente del centrodestra in grado di attirare altri voti fuori dalla coalizione”. Ma non deve essere necessariamente Matteo Salvini.
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