Dando la fiducia ai cosiddetti “populisti”, gli elettori hanno urlato un enorme vaffa ai vecchi partiti e soprattutto a tg, talk show e giornaloni, protagonisti come al solito di una campagna elettorale all’insegna della disinformazione sul M5S (e non solo).
Il vero sconfitto di queste elezioni non è il Pd (e neanche Forza Italia), ma il Sistema politico-mediatico italiano, il quale però, dopo la storica disfatta, non si è dato per vinto.
Se pensavate di aver visto tutto con il caso “Rimborsopoli” senza i rimborsi (visto che si trattava di donazioni) vi sbagliate. Perché dopo le elezioni i (fake news) media sono riusciti a fare di peggio.
La bufala del CAF preso d’assalto per il Reddito di Cittadinanza
Repubblica qualche giorno fa ha pubblicato e messo in evidenza sulla propria homepage un articolo intitolato “‘Ha vinto il M5S, dateci i moduli per il reddito di cittadinanza’ E a Bari raffica di richieste,” come potete vedere nella foto sotto.
Il quotidiano della “Tessera n.1 del Pd” raccontava che a 4 giorni dal voto fiumi di persone si sono recate ai CAF di alcuni Comuni pugliesi per richiedere il reddito di cittadinanza.
La notizia ha sorpreso tutti e alcuni esponenti del M5S Puglia sono andati a controllare di persona: “Ingresso vuoto. Corridoi vuoti. (Dell’assalto e delle file interminabili mattutine, neanche un superstite). All’ingresso alcuni addetti ci hanno subito spiegato che “in realtà noi non abbiamo visto quasi nessuno, questa notizia ha lasciato di stucco anche noi,” hanno spiegato più tardi sul Blog delle Stelle.
Il Comune di Porta Futuro, tra quelli che secondo i giornali sarebbero stati “assaltati” da orde di meridionali che vogliono stare sul divano tutto il giorno invece di lavorare, ha smentito su Facebook la notizia:
“Alcuni cittadini sono passati dal nostro sportello per chiederci informazioni e approfondimenti su questo tema. Vogliamo chiarire che tutto ciò è normale nel nostro Paese: succede ogni volta che vengono divulgate notizie rilevanti per le politiche del lavoro e per la vita dei cittadini, come è avvenuto per altre proposte legislative promosse negli ultimi mesi”.
Dalla Repubblica ce lo aspettavamo. Il Mattino invece è andato oltre: il pezzo pubblicato sul cartaceo è corredato da una foto che ritrae file bibliche di anziani alle Poste, ma nella didascalia si legge: “Uno dei Caf presi d’assalto per ottenere il reddito di cittadinanza”.
Roba da premio Goebbels per la disinformazione.
Nonostante la figuraccia nazionale Repubblica avantieri ha insistito: “Reddito di cittadinanza, i Caf ribadiscono: ‘È vero, picco di richieste dopo la vittoria M5S'”.
Per fortuna qualcuno in rete l’ha presa con ironia. Un cittadino ha pubblicato la foto sottostante e si è chiesto: “Vediamo se Repubblica rilancia anche questa bufala”
E c’è poi chi paragona le folle dei concerti con quella del Caf di Bari
Ma l’aspetto più vergognoso di tutta la vicenda è che del reddito di cittadinanza si è parlato solo dopo le elezioni: “La Stampa”, giornale sempre più antipentastellato, addirittura ci ha informato del fatto che è nata la pagina “Aggiornamenti quotidiani sul reddito di cittadinanza”.
E su Facebook qualche utonto ha pure reso disponibile il modulo per richiedere il reddito di cittadinanza, da inviare in Via Morone 6 a Milano, la sede della Casaleggio Associati. Che simpatici!
Bufale e scherzi a parte, la questione della falsa notizia sulle file al Caf è molto più grave di quanto si pensi: con un attacco politico si faceva “diffamazione etnica”, scrive Luca Telese nel suo editoriale di oggi:
“La dinamica del gioco delle opinioni, e la lettura strumentale che è stata data della notizia era abbastanza chiara, e serviva a colpire, politicamente il Movimento cinque stelle: ovvio. Ma era meno chiaro, forse, che culturalmente, per raggiungere questo obiettivo si delegittimava tutto il sud. Prendere in giro i cafoni che corrono come dei gonzi a chiedere l’assegno era un modo per dire: sono degli straccioni, sono dei miserabili, sono dei morti di fame, che chiedono una regalia che nemmeno gli spettava, ah ah ah che ridere.
Per colpire un partito politico, dunque, si faceva diffamazione etnica. Ma forse, ben vedere, era anche il contrario: il primo obiettivo, in quest’Italia divisa è quello di raccontare di un sud caricaturale in perenne attesa di elemosina.”
Gennarino Di Maio
Su Facebook ha anche girato un meme satirico che ritrae un fotomontaggio di Di Maio con i capelli più lunghi e la frangetta e in cui si legge: “Lui è Gennarino Di Maio, cugino di Luigi Di Maio… è stato assunto come portaborse al Senato e guadagna 23.000 euro al mese. Condividi se sei indignato!”.
Giornalettismo ha dedicato a questo meme un articolo dal titolo “IL POST IRONICO DI GENNARINO DI MAIO IN CUI CASCA TROPPA GENTE”
Post ironico? Certo che lo è, ma i pidioti ci cascano proprio come gli odiati “grullini” cascavano in quelli sui cugini di Renzi, Boldrini ecc. Con una importante differenza: prima le chiamavano bufale e chi le diffondeva finiva su tutte le prime pagine dei giornaloni e magari rischiava pure il blitz della polizia.
Le buche a Ravenna: anche qui è colpa della Raggi?
Questa settimana si è parlato molto anche delle buche stradali a Roma, ma non si è detto che in realtà le strade italiane sono piene di voragini, come quella che potete vedere sotto:
“La neve e il ghiaccio degli ultimi giorni hanno portato al proliferare di buche in tante strade del territorio ravennate,” riporta Il Resto del Carlino. La stessa cosa è accaduta in tutta Italia, Roma compresa. Ma i soliti bugiardi hanno parlato solo della Capitale.
Smascherate le balle pre-elettorali
Ora facciamo un passo indietro e torniamo alle balle della campagna elettorale: dopo il voto sono venute a galla tutte le bugie che i (fake news) media ci hanno raccontato per mesi e a cui, i risultati lo dimostrano, ci hanno creduto davvero in pochi.
Una di queste era il pericolo dell’onda nera fascista di cui hanno parlato per settimane gli esperti dei talk show: CasaPound ha preso lo 0,9%, Forza Nuova lo 0,37%. Inesistenti.
Al contrario, il fenomeno Emma Bonino era stato gonfiato: il partito dell’ex radicale “+Europa” non è neanche entrato in parlamento. Purtroppo la sua leader sì.
Lo strano caso di Balotelli e Tony Iwobi
Tony Iwobi è il primo senatore di colore italiano della storia e, ironia della sorte, è stato eletto con la Lega. Una storia troppo bella per essere vera, così Repubblica ha pensato bene di evidenziare in homepage addirittura le dichiarazioni di Balotelli, che dopo l’elezione di Iwobi ha commentato: “Forse sono cieco io o forse non gliel’hanno detto ancora che è nero. Ma vergogna!!!”.
Secondo Repubblica questa era la notizia del giorno di martedì scorso.
Conclusioni
Come avete potuto constatare, nonostante la campagna elettorale sia finita e il M5S abbia vinto le elezioni la disinformazione continua e nei prossimi mesi sarà più agguerrita che mai. Dobbiamo stare attenti e fare controinformazione. Per cominciare, potete farlo inoltrando questo articolo via mail, Facebook o Whatsapp ai vostri contatti.
Grazie e buona domenica.