Dal 5 marzo si parla di un’improbabile alleanza Lega 5 Stelle per dare un esecutivo all’Italia.
In realtà questa è l’ipotesi meno realistica. E per diversi motivi.
Il primo è che a Matteo Salvini non conviene: il leader della Lega con il 18% preso alle elezioni del 4 marzo è stato incoronato leader di tutta la coalizione di centrodestra e ora difficilmente accetterebbe un ruolo subalterno in un governo a guida M5S.
Il secondo motivo che spinge la Lega ad allontanarsi dai pentastellati è un ragionamento a medio-lungo termine: il bipolarismo in futuro sarà proprio tra M5S e Lega, i nuovi centrosinistra e centrodestra in salsa “populista”.
Se così fosse, la vicinanza non farebbe bene a nessuno. Perciò è meglio, dal loro punto di vista, non formare un governo a tutti i costi e andare alle urne per portare via i pochi voti rimasti a Forza Italia. E lo stesso discorso vale per il M5S, che in caso di elezioni crescerebbe ancora risucchiando i voti del Pd.
E allora perché i media parlano da giorni dell’alleanza Lega 5 Stelle?
Incutendo il timore di un governo populista, si vuole spingere il Pd tra le braccia del nemico pentastellato.
Non è un caso, forse, che il direttore della Stampa Maurizio Molinari ieri abbia intervistato l’ex ideologo di Donald Trump Steve Bannon, caduto in disgrazia presso la Casa Bianca.
Bannon si è recato a Roma in occasione delle elezioni perché affascinato dai moti populisti che secondo lui si diffonderanno in altri paesi europei. Bannon, leggiamo su La Stampa, vede nell’Italia “il cuore della rivoluzione” e auspica l’alleanza Lega 5 Stelle. Il mio sogno è di vederli governare assieme,” ha detto Bannon, che ha aggiunto: “sono espressioni diverse dello stesso fenomeno e superano, assieme ad altre formazioni minori, la metà dei votanti”.
In realtà, si tratta solo del “sogno” di un rivoluzionario. Un sogno che non si avvererà mai.
L’ipotesi più probabile è un governo 5 Stelle-dem, ma non è scontato che il Pd totalmente renzianizzato lo accetti.
Staremo a vedere.