Che le strade in Italia siano in condizioni pietose è tristemente noto a tutti.
Ma quello che hanno probabilmente scoperto i carabinieri Forestali della procura di Arezzo, ha dell’incredibile.
Sulla E45, superstrada di ripiego al tratto di autostrada che porta da Orte a Ravenna, si è verificata qualche settimana fa una frana proveniente da una piazzola di sosta a Piave Santo Stefano, nella Valtiberina toscana.
A destare sospetti ai forestali, spiegano Salvatore Mannino e Sergio Rossi su “La Nazione”, è stato il fatto che il materiale franato sia stato trasportato via dal luogo del misfatto di tutta furia e approssimativamente verso un sito nella zona di Sansepolcro.
Da lì il mandato di sequestro e la segnalazione per smaltimento illecito di rifiuti a tutti coloro che sono coinvolti nella vicenda, da chi ha dato l’ordine a chi l’ha eseguito.
Inoltre anche il tipo di materiale rinvenuto è stato giudicato sospetto.
Infatti, teoricamente, ci si aspetta che il manto stradale sia appoggiato su terra e roccia.
Ma evidentemente, in quel tratto stradale non è così scontato.
I carabinieri hanno infatti ritenuto che si trattasse di un genere sconosciuto di rifiuti speciali.
Il materiale è stato sequestrato per essere analizzato da esperti di chimica dei materiali, che definiranno esattamente di che cosa si tratta.
I risultati sono attesi con apprensione dal procuratore capo della procura di Arezzo Roberto Rossi, che ha aperto il caso per il crollo del tratto di strada dell’E45.
Se i risultati delle analisi dovessero condurre ai risultati che il procuratore si aspetta, questa potrebbe essere la prima prova di importanza strategica per il caso.
I capi di accusa sono molteplici e gravi.
Dall’attentato alla sicurezza dei trasporti al disastro colposo, in quanto le buche, come si vede dalle foto satellitari erano presenti già dal 2011.
Inoltre, se i tecnici dovessero confermarlo, c’è anche l’ipotesi che il fondo della strada sia stato realizzato con materiali di scarto e rifiuti.
Fonte: