La scorsa domenica vi avevamo spiegato che nonostante la campagna elettorale sia finita, le false notizie sul M5S vengono ancora prodotte, e in grande quantità.
Purtroppo anche questa settimana abbiamo rilevato questo trend, perciò riprodurremo di seguito degli esempi che dimostrano quanto preoccupante sia il fenomeno. Un fenomeno che, come vedremo, si manifesta anche in modi nuovi.
Le fake news sul reddito di cittadinanza
Della proposta del M5S sul reddito di cittadinanza non si è parlato per niente fino al 5 marzo, quando giornaloni, tg e commentatori hanno trovato in essa la ragione della vittoria pentastellata al Sud.
Per di più ora si cerca di spingere questo tema per creare aspettativa negli elettori (che peraltro non hanno votato i 5 Stelle per il reddito di cittadinanza ma perché volevano mandare a casa i vecchi partiti) e vengono messe in dubbio le coperture per realizzare la proposta.
Però, non trovando alcuna scusa per attaccare il M5S su questo tema, ecco che in rete vengono usati nuovi metodi per denigrare in qualche modo il movimento guidato da Luigi Di Maio: negli ultimi giorni sono state diffuse fake news sul reddito di cittadinanza spacciate per scherzi per prendere in giro la povera gente che ci abbocca e che magari di quei soldi in più ne avrebbe anche bisogno.
È il caso dei siti satirici per ottenere il reddito di cittadinanza, uno dei quali è stato subito recensito dal Corriere della Sera, o dei falsi moduli per ottenere il reddito di cittadinanza creati da Vittorio Sgarbi (lo ha ammesso lui stesso).
Il loro obiettivo è dimostrare (secondo loro) che gli elettori del M5S sono ignoranti. Peccato però, che i risultati hanno dimostrato semmai il contrario: il M5S è la forza politica più votata da manager, imprenditori e laureati.
I parlamentari del M5S pagano la Casaleggio Associati? No, solo un’altra balla
“Lettera43” ci ha fatto sapere che a partire da questa legislatura i parlamentari del M5S daranno parte del proprio stipendio alla Casaleggio Associati.
Ma era solo un’altra bufala: i neoeletti pentastellati devolveranno 300 euro al mese all’Associazione Rousseau, di cui Davide Casaleggio è presidente, ma questa associazione è separata dalla Casaleggio Associati.
Redditi dei politici, La Stampa: ‘Grillo scala la classifica dei leader «paperoni»’
L’ultima operazione di disinformazione di questa settimana riguarda i redditi dei politici ed è stata riportata da vari quotidiani e testate online.
Prendiamo come esempio l’articolo dell’articolo della “La Stampa” su questa notizia:
“Beppe Grillo «sestuplica» il suo reddito e in un solo anno scala la classifica dei leader «paperoni», dichiarando un imponibile di oltre 400 mila euro nel 2017, quasi 350 mila euro in più rispetto all’anno precedente. È quanto risulta dalle dichiarazioni dei redditi del 2017 consultabili nei siti di Camera e Senato e da lunedì prossimo anche in forma cartacea.”
Il problema, però, è che Beppe Grillo non è mai stato parlamentare e non ha mai preso un euro di soldi pubblici.
Ma questo non viene detto…
La Stampa e la fake news sul network di cyberpropaganda M5S
Questa settimana si è conclusa la vicenda di “Beatrice Di Maio”, il profilo Twitter che aveva pubblicato sul social network delle foto che mostravano il ministro Delrio assieme a Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti con la frase “Ho le foto di #Delrio coi mafiosi”.
Lotti aveva sporto denuncia e subito “La Stampa” aveva riportato la notizia in un articolo dal titolo “Palazzo Chigi denuncia l’account della cyber propaganda pro M5S” a firma di Jacopo Iacoboni.
In realtà i 5 Stelle non c’entravano niente con tutto questo perché dietro all’account si nascondeva Tommasa “Titti” Giovannoni Ottaviani, la moglie – pensate un po’ – di Renato Brunetta.
Altro che cyberpropaganda grillina, solo una bruttissima pagina di giornalismo. “La Stampa” peraltro – ha denunciato il M5S – non ha smentito neppure davanti all’evidenza.
Potete approfondire la storia della fake news su Beatrice Di Maio qui…
Ma Grillo è parlamentare ?