Ospite stamane ad Agorà su RaiTre, il capogruppo al Senato del Movimento Cinque Stelle Danilo Toninelli ha replicato alle dichiarazioni del governatore della Liguria Giovanni Toti sulla possibilità di formare un governo M5S-centrodestra:
“Gli interlocutori sono la Lega e il Partito Democratico e ci interessano i contenuti. Forza Italia è Berlusconi. Penso che in Fi potrebbero fare un grande sforzo di responsabilità e permettere a Salvini di fare un governo di cambiamento, insieme al Movimento Cinque Stelle.
Con il segretario reggente del Pd, Martina, noi abbiamo dialogato nella costituzione dei presidenti di Camera e Senato e degli uffici di presidenza. A lui chiediamo un atto di responsabilità. Perché è un’opportunità che gli stiamo dando.
Il Pd ha la responsabilità del fallimento delle politiche degli ultimi cinque anni e di aver approvato una legge elettorale che ha portato a questo stato di caos”, ha detto l’esponente pentastellato.
Intervistato da “Circo Massimo” questa mattina, Toti ha affermato che “votare adesso sarebbe scellerato, credo che in qualche modo si dovrà fare un governo che magari duri un anno, due per sterilizzare anche le clausole di salvaguardia. Un governo politico che duri 5 anni non mi sembra facile”.
L’esponente di Fi ha poi aggiunto che “è possibile trovare un programma minimo di governo tra centrodestra e M5S con la buona volontà. Il dialogo sugli incarichi istituzionali è stata una prova che induce un po’ di ottimismo, ma non è facile e non so neanche quanto possa durare”.
Toti ha negato che Berlusconi abbia posto un veto sul governo con il M5S: “Nel dire non voglio un governo fatto di invidia sociale, odio e pauperismo, il presidente Berlusconi ha messo un punto sul programma, credo che nessuno nel centrodestra possa dissentire”
E ha concluso: “Il centrodestra ha preso più voti e i 5 stelle se vogliono partecipare allo sforzo dovranno in qualche modo adeguarsi. Le parole di Berlusconi erano certamente un riferimento al M5S, ma non in senso di non voler collaborare dal punto di vista numerico o programmatico, ma segnare il punto: si parte dall’incarico a Salvini se Mattarella vorrà darglielo”.