Qualche giorno fa ha attaccato Luigi Di Maio dopo il veto posto su Berlusconi dal leader 5 Stelle per la formazione del governo.
Nel suo editoriale Alessandro Sallusti se la prende con il capogruppo del M5S al Senato Danilo Toninelli.
Il giornalista esordisce definendo “sorprendente e irrituale il parterre, che invece di contrapporre parti avverse ha visto affiancati due esponenti dello stesso partito, i capigruppo grillini di Camera e Senato Giulia Grillo e Danilo Toninelli (mai visti, che ne so, Brunetta e Romani nella stessa puntata).”
Poi Sallusti critica le dichiarazioni del pentastellato nel salotto di Bruno Vespa:
“Danilo Toninelli è arrivato a dire che non c’ è nessuna possibilità di allearsi con Forza Italia perché «siamo geneticamente diversi, abbiamo altri geni rispetto a Berlusconi e i suoi».”
E rincara la dose:
“Se per geni intendiamo i talenti, non c’ è dubbio che l’ impiegato (questo faceva nella vita) Toninelli non abbia quelli del Cavaliere. E a ben guardarlo, Toninelli appare in effetti geneticamente diverso. Nell’ aspetto e nella postura ricorda, più che l’ homo sapiens, un pan troglodytes, nota razza di scimpanzè che in natura, a differenza sua, non porta gli occhiali. Ma capirete bene che il problema è un altro.”
“Scusate la franchezza – prosegue Sallusti – ma viene spontaneo chiedersi: ma che «razza» di cretino è questo Toninelli che si crede «geneticamente superiore» a Silvio Berlusconi e a tutti noi? Quante ne dobbiamo ancora sentire prima che il Paese si renda conto in che «razza» di mani potrebbe finire? Non invidio Salvini, «razza» padana, costretto dalla sorte a trattare con persone simili, dovendo per di più fare finta di ritenerle serie nonostante in un recente passato gli abbiano dato del ladro, del razzista e dell’ imbroglione.”
E conclude: “La trattativa per il nuovo governo sarà ancora lunga. Siamo pronti a tutto, meno che ai Toninelli. Sono troppo per noi, troppo mediocri, troppo ignoranti, troppo invidiosi.”
Anche se posso condividere parte dell’arroganza di Toninnellì, che si arma di un successo non per merito sua e cmq non sufficiente che ho più volte detto riferito ai due schieramenti: “Vittorie di Pirro”, ma Sallusti è sceso troppo in basso replicando a Toninellì. Per me è sceso al di sotto del livello di Toninelli ove, tra l’altro è sembrato più una reazione di fazioso che un richiamo alle espressioni di Toninellì. Decustibus!