Salvini e Dudù: anche Marco Travaglio, dopo Alessandro Di Battista, ha usato il barboncino più famoso d’Italia (il cane di Silvio Berlusconi) per spiegare lo stallo politico.
Il direttore del Fatto Quotidiano nel corso della puntata di “Otto e Mezzo” di martedì 18 aprile, Marco Travaglio ha osservato che se la Lega non si sgancia da Forza Italia per formare il nuovo governo con i 5 Stelle è perché “è molto difficile e molto pericoloso per gli alleati di Berlusconi allontanarsi da lui”.
B., ha continuato il giornalista, “è abituato a far manganellare dalle sue tv e dai suoi giornali tutti quelli che si mettono di traverso sulla sua strada”.
Ancora peggio per gli alleati o gli ex alleati che: il leader di Forza Italia “ci mette un carico da 11 particolare”, ha commentato Travaglio, che ha aggiunto: “Basta ricordare i casi di Fini e di tantissime persone che hanno provato a fare un passo di lato e ad allontanarsi un pochino da lui”.
E infatti non sono rari gli avvertimenti dei giornali di B. a Salvini: “Il potere dei soldi e dei media serve soprattutto a quello e Berlusconi l’ha usato sempre per questo fine”, ha affermato Travaglio, il quale ha “visto usare nel ‘94 contro Indro Montanelli”.
Berlusconi non si è mai discostato da quel modello, secondo il giornalista: “O ti compra o ti pesta o rimani un suo fedele Dudù. Chi non fa Dudù si prova comprarlo. Se poi non si riesce, lo si mena”.
Quanto alla chiusura di Luigi Di Maio a Matteo Salvini, Travaglio ha detto che a Salvini non conviene distruggere la coalizione del centrodestra, benché sia fittizia, in quanto rischierebbe di diventare il leader “di una monade al 17%”. Per di più, ha proseguito, “Berlusconi ha ottimi argomenti per tenere avvinto a sé come l’edera l’alleato leghista”.
Il direttore del Fatto ha poi ribadito quanto ripete da settimane: a suo parere l’unica soluzione realistica è l’esecutivo Pd-5Stelle.