Alle elezioni di novembre la mafia ha invitato a non votare M5S in Sicilia.
Lo denunciano gli esponenti pentastellati isolani Giancarlo Cancelleri, il quale in un post scritto a quattro mani con Nuccio Di Paola e pubblicato sul Blog delle Stelle fa sapere:
“Pare proprio che il mio nome venga mal digerito dagli esponenti mafiosi che hanno palesemente manipolato le ultime elezioni regionali”.
Cancelleri scrive anche di non essere gradito alla mafia perché il suo impegno personale contro di essa “è sotto gli occhi di tutti” e, aggiunge, risale a molto prima che che entrasse in politica.
Il leader del M5S siciliano prosegue ricordando alcune delle iniziative da lui prese contro la mafia: le agende rosse o la scorta civica a sostegno dei magistrati minacciati a Caltanissetta.
I giornali di mercoledì hanno riportato il contenuto di intercettazioni sull”affairè Giuseppe Gennuso il deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana arrestato lunedì sera con l’accusa di voto di scambio politico mafioso in concorso, reato commesso in occasione delle ultime elezioni regionali siciliane.
Da queste intercettazioni, spiega Cancelleri, emerge che secondo alcuni esponenti mafiosi di Avola, “votare Cancelleri significava ‘bruciare’ un voto altrimenti utile ai loro loschi fini”.
Secondo il Clan è Cancelleri era “un voto bruciato”.
Questa secondo Cancelleri è “l’ennesima prova che alle regionali siamo stati visti come quelli che, se votati, non avrebbero potuto ricambiare il favore”.
Una situzione che i 5 Stelle avevano già denunciato.
Il 13 ottobre 2018, mentre i due esponenti del clan dicevano che il voto a Cancelleri era “bruciato”, Cancelleri si recava in Prefettura a Palermo per consegnar la lista degli impresentabili alla Presidente della Commissione Antimafia Rosi Bindi.
Si tratta di una lista di 17 nomi: “di cui già 9 o 10 sono stati indagati o arrestati”, spiega Cancelleri, che aggiunge: “Il tema fondamentale è che ne hanno arrestato un altro. L’ennesimo della maggioranza di Nello Musumeci: Pippo Gennuso”.