Se il buongiorno si vede dal mattino… Allora buonanotte.
Non hanno fatto in tempo a passare nemmeno due mesi dall’ultima tornata elettorale, che 6 parlamentari hanno già operato 6 cambi di casacca, nonostante l’aula non abbia lavorato per più di 20 ore.
La scorsa legislatura ha registrato il record di 313 cambi di schieramento (per 207 onorevoli: alcuni di questi hanno cambiato più volte parte). Tuttavia nei primi due mesi della XVII solo un deputato aveva cambiato sponda politica.
Se queste sono le premesse dunque, a meno che la legislatura non si concluda brevemente con le paventate nuove elezioni in autunno, il rischio è che si sfiori un altro record.
Lo scorso 18 Aprile si è verificato il primo passaggio. Enrico Costa, del gruppo “Noi con l’Italia” è entrato infatti tra le fila di Forza Italia. Costa è stato ministro sia nell’esecutivo guidato da Renzi che in quello retto da Gentiloni. Si consideri che al Senato, i 4 eletti con il gruppo Misto “Noi con l’Italia” avevano deciso di confluire fin da subito nel partito del Cavaliere.
Due giorni dopo quello di Costa è stato il turno dei cinque deputati espulsi dal M5S, che hanno aderito al Gruppo Misto del Movimento Associativo Italiani all’Estero. Quest’ultimo è il movimento che rappresenta gli emigrati italiani in Italia, il quale alle elezioni del 4 Marzo ha avuto come unico eletto Mario Alejandro Borghese, dalla circoscrizione del Sud America.
I cinque espulsi dal M5S rispondono ai nomi di Caiata, indagato per riciclaggio, Cecconi e Benedetti, espulsi per la poca trasparenza nella gestione dei rimborsi, Tasso, che aveva una condanna in primo grado poi caduta in prescrizione, e Vitiello, che aveva nascosto i precedenti trascorsi in Massoneria.
Il Movimento Cinque Stelle si è più volte espresso contro i “voltagabbana del Parlamento”.
Tramite il senatore Buccarella infatti, i pentastellati avevano già dichiarato durante la precedente legislatura che “il MoVimento 5 Stelle ha proposto l’impossibilità di formare nuovi gruppi parlamentari che non si siano presentati con i propri simboli alle elezioni politiche”.
Solo il tempo ci mostrerà se si riuscirà a introdurre questa regola.