Elezioni anticipate, Taverna: ‘Per 11 milioni di Italiani si deve tornare al voto’

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Anche Paola Taverna conferma la linea del Movimento 5 Stelle: elezioni anticipate per decidere chi governerà l’Italia dopo il fallimento delle trattative con M5S e Lega.

I pentastellati credono che la prossima tornata elettorale sarà una sorta di ballottaggio tra loro e la Lega di Matteo Salvini, visto che Forza Italia e Pd continuano a perdere consensi.

La senatrice 5 Stelle in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook ha spiegato che “il Movimento al suo limite pur di dare al paese le risposte che aspetta da anni”.

“Lo abbiamo fatto – ha proseguito – tra gli insulti conditi dalla complicità di una stampa che non vedeva l’ora di far sfumare l’unica possibilità che avesse questo paese di salvarsi”, ovvero un “Governo a 5 stelle”.

Ma, ha aggiunto Taverna , “mai avrei immaginato tanta arroganza e irresponsabilità”.

L’esponente del M5S ha poi attaccato Salvini e Renzi: il primo perché non si è staccato dal centrodestra e il secondo perché si è dimesso da segretario del Partito Democratico ma continua ad esserne il burattinaio:

“In questi giorni ci siamo scontrati con chi preferisce restare sotto braccio di un pregiudicato, responsabile di una delle pagine più tristi della nostra storia, ed un partito sequestrato da uno sbruffone che ripropone al paese le stesse cose per le quali ha ricevuto la più sonora bocciatura”.

La Taverna ha proseguito spiegando che i 5 Stelle hanno agito “guidati da quel sogno chiamato ‘cambiamento’.

Il governo “era a portata di mano. Pochi centimetri”, ma i pentastellati hanno trovato solo “egocentrismo e buffonaggine”.

“Era questo il futuro che auspicavano?”, si è poi chiesta la vicepresidente del Senato.

E ancora:

“Volevano che 11 milioni di persone si arrendessero davanti alle loro misere strategie? Beh, non ci riusciranno. Non si può vincere con chi non si arrende mai”.

“Per me e per il M5S e per 11 milioni di Italiani, ha concluso, “si deve tornare al voto. A decidere saranno i cittadini. Ora più che mai”.

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