Governo, Travaglio contro Salvini: ‘O ha il coraggio di tirare diritto, oppure torna a cuccia ad Arcore’

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Duro attacco di Travaglio contro Salvini.

Il direttore del Fatto Quotidiano nel suo editoriale di oggi 15 maggio intitolato “Il ballo dei debuttanti”, attacca l’informazione italiana perché si indigna per l’apertura di Luigi Di Maio a Pd e Lega.

I primi, spiega Travaglio, hanno “sdegnosamente rifiutato, dopo aver finto di volerci provare”, i secondi invece ci hanno “sempre sperato, anche se Salvini s’è seduto al tavolo solo quando B. l’ha autorizzato”.

Le azioni del leader 5 Stelle, scrive il giornalista, sono “in ossequio risultato elettorale e al sistema proporzionale”.

Nessuno, osserva, si è scandalizzato quando in Germania Angela Merkel ha aperto due forni e ha proposto l’alleanza prima a liberali r verdi e poi all’Spd, solo dopo il fallimento della prima. Una trattavia durata 6 mesi, durante i quali Berlino è rimasta senza governo.

In Italia, prosegue il direttore del Fatto, ci si scandalizza invece se i 5 Stelle e il Carroccio sottopongono la decisione finale alla base delle due forze politiche tramite un referendum sul contratto di governo. E ci si scandalizza, aggiunge, “se, dopo meno di una settimana di negoziati, non abbiamo ancora il premier”.

Il fatto che M5S e Lega cerchino prima di trovare un accordo sul programma e poi sul nome del presidente del Consiglio, secondo il giornalista, è “apprezzabile” e “inedito nell’Italia degli inciuci sugli affari, anziché degli accordi sulle cose da fare”.

Poi l’affondo contro Matteo Salvini, il quale, smessi “i panni del Cazzaro Verde”, ha scoperto “all’improvviso distanze ancora da appianare su temi centrali come l’immigrazione, la giustizia e le grandi opere”, scrive Travaglio, che aggiunge:

“se però Salvini fa il servitor di due padroni, è inutile sedersi al tavolo”.

E conclude: “O Salvini ha il coraggio di tirare diritto, rompendo finalmente col Caimano e sostenendo un governo che farebbe riforme importanti”, “oppure torna a cuccia, cioè ad Arcore” e si “assume la responsabilità che finora era riuscito a scaricare sugli altri: quella del fallimento.”

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