Di Battista. ‘Mai nella storia repubblicana un governo non ancora nato aveva già ricevuto così tante critiche’

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“Mai nella storia repubblicana un governo non ancora nato aveva già ricevuto così tante critiche”.

Così Alessandro Di Battista in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook.

L’ex deputato 5 Stelle ha osservato che nella storia della Repubblica italiana non “si era parlato così tanto delle coperture finanziarie dei provvedimenti governativi”.

Oggi invece l’informazione “che per anni hanno permesso ai Berlusconi o ai ‘berluschini’ toscani qualsiasi forma di sproloquio”, “finalmente, scoprono qualcosa di sensazionale: le domande!”

“Ne fanno di ogni tipo – ha proseguito – (e per me fanno benissimo a farle) ma quella che amano di più è: «dove sono le coperture finanziare?».”

Di Battista poi ha chiesto per quale motivo mentre lo Stato spendeva miliardi per “salvare” le banche private “spolpate dalla politica” i giornalisti “non si domandavano le stesse cose?”

Domande come: “Signor Letta, Signor Renzi e Signor Gentiloni, quali sono le coperture finanziarie dei decreti salva banche che avete intenzione di approvare?”.

Queste domande, ha aggiunto, sono “semplici”, ma non sono mai state fatte, così come la domanda sulle “coperture finanziarie dei 2,3 miliardi di euro che tutti i governi, hanno garantito negli ultimi 25 anni ai partiti politici come rimborsi elettorali”

L’esponente pentastellato ha riconosciuto che è giusto fare le pulci a chi va al governo, ma il problema è che bisognerebbe “farlo sempre”

“Mai nella storia repubblicana un governo – tra l’altro non ancora nato – aveva già ricevuto così tante critiche”, ha continuato Di Battista, aggiungendo che non gli sta bene che oggi parlino di coperture i deputati del Pd, gli stessi “che negli ultimi 5 anni hanno trovato denari per vitalizi, guerre di invasione mascherate da missioni di pace, progetti fallimentari come il TAV, mancette e bonus vari per tentare di comprarsi il consenso e ingenti regalie alle ‘banchette degli amici’.”

Tutto questo, ha scritto, “è davvero ridicolo”.

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