Chi decide i ministri?

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L’articolo 92 della Costituzione, tra le altre cose, recita: «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri».

Vi cito una breve carrellata di titoli dei giornaloni che vanno ‘in aiuto’ al Presidente Mattarella, il quale però non ha chiesto nessun aiuto in sua difesa e sicuramente non ne ha bisogno.

Il Corriere titola sulla Home: “Salvini non cede su Savona, l’irritazione di Mattarella: «Niente diktat al premier e al Quirinale»”

La Repubblica: “L’irritazione di Mattarella verso Salvini e Di Maio: inammissibili diktat a premier e presidente”

La Stampa: ”Di Maio e Salvini blindano Savona, Mattarella: ‘Inammissibili diktat a Conte e Quirinale’“

Sembrerebbe, da quello che scrivono, che la discussione sia attorno ad alcuni ministri in pectore, in particolare di Savona, e attribuiscono al nostro capo dello stato la difesa vigorosa delle sue prerogative.

In merito, non per nulla ho citato l’art. 92 della Costituzione che recita che i ministri vengono proposti dal Presidente del Consiglio dei ministri al Presidente della Repubblica che poi li nomina.

Ma la cosa più importante è che poi il Presidente del Consiglio con i Ministri deve ottenere la fiducia di entrambe le camere , fiducia che si ottiene se i partiti che esprimono la maggioranza gliela concedono.

Se la fiducia da parte dei partiti tramite i parlamentari che in essi si riconoscono non viene accordata, il governo non nasce.

Quindi sembra scontato e non discutibile che M5S e Lega abbiano una responsabilità e un corrispondente potere, perché poi dell’azione del governo ne rispondono ai propri elettori.

Se i componenti del governo non corrispondono alla fiducia dei gruppi politici che li devono, come fanno poi a risponderne ai loro elettori?

Però ora lascio ora la parola a un insigne costituzionalista, Massimo Villone, che in una intervista al Fatto Quotidiano, tra l’altro, alla seguente domanda ‘E i suoi poteri sulla scelta dei ministri? Si dice non gradisca Paolo Savona, naturalmente non per questioni di curriculum, ma di sostanza politica. Però una figura alla Cottarelli, forse più apprezzata al Quirinale, sarebbe espressione di un’altra maggioranza politica.’,  risponde: “Sarebbe espressione di un indirizzo politico almeno parzialmente diverso, in specie sull’Europa. Se fossi Mattarella, non cercherei di imporre una mia scelta. Siamo di fronte a una novità anche radicale, che però arriva dal popolo sovrano con la chiara bocciatura delle politiche precedenti. Mi sento di sconsigliare affettuosamente al Presidente di fare argine per recuperare quanto respinto dai cittadini: . E non è certo casuale che il presidente incaricato abbia nel suo discorso citato insieme sia la collocazione europea e internazionale dell’Italia, sia la domanda di cambiamento e le intese tra le forze politiche che lo sostengono. E si è auto-definito “avvocato del popolo”.

Non mi sembra aggiungere altro da parte mia: ce n’è più che sufficienza!

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