In Italia è cominciata la rivoluzione

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Credo che la rivoluzione sia cominciata già dalle elezioni politiche precedenti, febbraio 2013, solo che il grido che veniva dalla gente si è preferito gestirlo anziché ascoltarlo.

Se infatti si sta con la gente, ascoltandola seriamente, si può constatare a quale livello di esasperazione sia arrivata.

Alcuni dicono che questo grido è molto più forte al Sud che nel resto d’Italia, ma girando il Paese questo grido, magari per altre ragioni, fiscali o di politica immigratoria, (in Piemonte per ragioni sociali simili al quelle del Sud… basta visitare Torino per rendersene conto) questo grido è altrettanto forte anche se con una tonalità diversa, ma coinvolge trasversalmente tutte le classi sociali con punte di rivolta tanto inaspettate e sorprendenti quanto esacerbate.

Chiediamoci per esempio come fanno due giovani a metter su famiglia, quando, i pochissimi, rarissimi e più che fortunati, riescono ad avere uno stipendio, mettiamo ciascuno (il caso migliore) di 1.300 euro.

Si informi, giusto per avere un parametro, con quale stipendio assume Banca Intesa un neolaureato (all quale lascio immaginare quali… forche caudine… dovrà passare per arrivare alla meta tanto desiderata).

Se si fanno bene i conti non possono reggere, se non al prezzo di rinunciare a tutto.

Né tanto meno possono pensare di mettere al mondo figli.

Né, come alcuni fanno, è corretto fare paragoni con l’immediato dopoguerra.

Oppure chiediamoci come può sopravvivere una persona, anche un manager, espulso dal processo produttivo da 50 anni in su: oggi trova tutte le porte chiuse, sbarrate e solo la misericordia di qualche conoscente gli ottiene un lavoro sottopagato.

Oppure chiediamoci come passa il lunario un anziano con una pensione di 600 euro… senza i figli che lo sostengono che fine farebbe?

Questo messaggio di rivoluzione incipiente è stato ripetuto dalla gente con un tono più alto, rispetto alle precedenti politiche del 2013, nelle europee successive, maggio 2014, ma è stato interpretato male, ci si è sfregati le mani con gaudio, godendosi l’asserito e creduto stop ai 5 Stelle, con Renzi al 40%.

Ci si è detti, a partire da Napolitano e a seguire tutti gli altri: bene, molto bene, Renzi ha funzionato e ci ha risolto i problemi. E via con lodi universali sperticate a Renzi.

Poi le amministrative, giugno 2016, con le vittorie della Raggi a Roma e della Appendino a Torino.

Poi è arrivato il Referendum, dicembre 2016, politicizzato al massimo, e da lì è partito un urlo.

Anch’esso è rimasto da tutti inascoltato, addebitando a Renzi tutte le colpe per non averlo saputo gestire sul piano politico e sopratutto comunicativo.

Mentre da ben altro di più profondo e di più importante veniva quell’urlo.

Qual è stata la scelta dopo il referendum e in previsione delle elezioni politiche imminenti?

Intanto di ‘taroccare’ il sistema elettorale per impedire che ‘le forze populiste’ potessero vincere la competizione elettorale: un boomerang devastante!

Non basta, i più illuminati, a partire da Napolitano, hanno pensato: beh… sostituiamo Renzi con uno più adeguato alla bisogna, come era stato fatto prima (con successo, sic!) con Monti e Letta.

Renzi, che non è Monti e non è Letta, non ci è stato a subire senza reagire (come hanno fatto Monti e Letta) e ha creato una complicazione, sebbene, più precisamente e correttamente come dovrebbe risultare evidente dopo le elezioni del 4 marzo, ha impedito che si materializzasse una illusione, che se avesse avuto un seguito operativo, gli esiti sarebbero stati ancora più devastanti di quelli avuti con la permanenza di Renzi al potere nel PD e quindi alla guida della campagna elettorale.

Quindi gli sviluppi rivoluzionari non nascono oggi né nascono dai 5S o ancor meno dalla Lega, ma nascono da molto più lontano, da alcuni anni fa e hanno la genesi nella filosofia leninista degli ex comunisti e di quella dorotea degli ex democristiani secondo cui il popolo lo si guida e non lo si ascolta: banalmente, il popolo è bue, secondo costoro, punto e basta!

Ma quel popolo non esiste più da un bel po’ di tempo, esiste solo nella testa di Napolitano e di un certo numero di ex comunisti e ex democristiani che non perdo tempo a elencare.

Per Berlusconi il discorso è diverso nel senso, che lui ha cercato sempre di capire cosa desiderasse la gente e poi di confezionargli il pacchetto che soddisfacesse meglio quel bisogno, secondo le regole del marketing.

Ma questo approccio non funziona più come 20 anni fa: intanto lui ha 20 anni in più, ma soprattutto la gente di oggi è diversa da quella di 20 anni fa, ma lui non credo che lo abbia capito.

In questi ultimissimi giorni, l’ennesimo errore di cocciutaggine che ancora continua nei giornali, con il tentativo irresponsabile, potenzialmente produttivo delle più nefaste conseguenze, di bloccare il normale iter per far nascere il nuovo governo con arrampicate sugli specchi ridicole.

Quindi, oggi, bisognerebbe trovare qualcuno, nei partiti tradizionali e nei giornali tradizionali, che sappia fare un’analisi corretta avendo il corredo formativo, l’umiltà, e l’apertura mentale per saper leggere i segni dei tempi.
Temo però, che per il tipo di selezione che è stata fatta della loro classe dirigente, sia estremamente difficile trovare delle persone con queste caratteristiche.

Rimango allibito vedendo le reazioni di partiti e giornali di fronte a una novità epocale, che va di pari passo con le novità, anch’esse epocali, a livello geostrategico globale.

Ormai sono personalmente arrivato alla conclusione che la fine altamente probabile di partiti come FI e PD sia quella dei dinosauri.
L’Italia, l’Europa, il mondo sta cambiando velocissimamente.

E qual è la reazione della cosiddetta classe dirigente nostrana: cercare di bloccare l’evoluzione politica disquisendo sulla correttezza di un curriculum!

La cosa non ha bisogno di commenti.

Per fortuna a capo del Movimento 5Stelle ci sono persone con un altissimo senso di responsabilità verso le istituzioni e verso il popolo italiano.

Se così non fosse stato e ci fossero stati capi politici avventurieri e irresponsabili, essi avrebbero approfittato dello stallo di ieri e avanti ieri, per far saltare tutto, andare alle elezioni perché hanno la maggioranza in entrambe le camere e possono quindi impedire la nascita di qualsiasi maggioranza alternativa, sostenendo, anche a ragione, che non si voleva lasciare governare chi ha vinto le elezioni legittimamente e quindi non restava altra strada che nuove elezioni anticipate.

Le quali elezioni avrebbero travolto come un torrente in piena tutto ciò che è rimasto in piedi dei partiti.

E avrebbe potuto travolgere anche Mattarella.

Fortunatamente ci si è fermati in tempo. Per dare uno sbocco normale alla crisi.

Questa è la mia lettura sulla genesi e sviluppi della rivoluzione in corso.

3 COMMENTS

  1. Perbacco, ma non ce n’eravamo accorti di questi scienziati che dopo aspri tentativi hanno, finalmente, scoperto l’acqua calda.
    Ma a noi non interessa la composizione dell’acqua calda, siamo in attesa di quanto promesso nella campagna elettorale in particolare noi del SUD. Non so se ho capito bene che questa precarietà non è stata procurata da chi fino a poco fa ci ha governato, ma roba vecchia di anni e questa povertà non esiste solo al Sud , ma anche a torino e in tutta Italia, ecco l’acqua calda. Stiamo aspettando voi di risolvere questi problemi e non è che adesso che state al fronte e siete assaliti da una contraerei di problemi difficilmente risolvibili incominciate ad arrampicarvi sugli specchi? Dimostrate quello che avete tanto decantato dagli scranni del parlamento criticando tutti gli operati degli avversari politici.
    Vi abbiamo votato ed ora dimostrate che miglioravate e risolto quello che i predecessori non sono stati capaci. Siamo in attesa!

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