Avvenire contro Salvini e Di Maio: ‘Non volevano il governo, attentato all’intelligenza degli italiani’

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Duro attacco di Avvenire contro Salvini e Di Maio.

Il quotidiano dei vescovi italiani, che nel 2016 ha ricevuto l’11,4% dei 52.5 milioni di euro di contributi Statali all’Editoria, per bocca del suo direttore Marco Tarquinio scrive:

“C’è solo una spiegazione per la mancata nascita del governo gialloverde del professor avvocato Giuseppe Conte: i due leader politici che ne avevano costruito a tavolino programma e compagine ministeriale, cioè Matteo Salvini e Luigi Di Maio, non l’hanno voluto più. O almeno non l’hanno più voluto così come l’avevano ufficialmente presentato e congegnato. Non c’è altra spiegazione”.

“La realtà, se le parole hanno un senso e le azioni politiche pure, – prosegue Tarquinio – è che il meno forte ma più navigato dei due leader, Matteo Salvini (17%), è riuscito a imporre al capo della formazione più cospicua ed egemone nell’attuale Parlamento, Luigi Di Maio (32%), non solo un arrembante e arrabbiato ritorno alle urne, ma anche il tema della prossima campagna elettorale”.

E ancora:

“Per gli uni e per gli altri, non sarà più centrata sugli slogan suggestivi e irrealizzabili di inizio 2018 – ‘reddito di cittadinanza’ per il M5s, ‘flat tax al 15%’ per la Lega – ma su una drammatica scelta ‘Europa sì-Europa no’, ‘euro sì-euro no'”.

Il direttore di Avvenire poi aggiunge che siamo di fronte ad un “assurdo, pericoloso e a tratti indegno ‘assedio al Quirinale'”.

E sottolinea che “si è cercato un pretesto per far saltare in aria la XVIII legislatura e, a tutti i costi, lo si è voluto trovare. Arrivando addirittura a chiamare questo pretesto ‘attentato alla Costituzione’.

Purtroppo, invece, si tratta di un attentato all’ intelligenza degli italiani e, forse, anche ai loro portafogli.”

“In ballo – continua – dietro slogan e facilonerie sull’Unione Europea (che siamo anche noi) e sulla moneta comune (che è anche nostra) e sul debito pubblico (che è affar nostro, ma che la scelta europea ha reso più sostenibile anche se non meno pesante) ci sono davvero i risparmi delle famiglie, l’esistenza e lo sviluppo di imprese grandi e piccole, il lavoro e i servizi essenziali per noi e i nostri figli”.

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