Sia in Italia che all’estero, la nascita del Governo del Cambiamento ha irritato non pochi potenti.
Uno di questi è George Soros, il finanziere ungherese naturalizzato americano che oggi si dedica alla filantropia tramite la sua fondazione “Open Society”.
Soros si prodiga talmente tanto per il prossimo che nel 1992 fu l’autore di un attacco speculativo che fece crollare la lira e mise in ginocchio l’Italia. Di questo lui non si è mai pentito visto che nel 2013 dichiarò che quella azione “fu una legittima operazione finanziaria”.
Ventisei anni dopo Soros attacca nuovamente il nostro Paese con la complicità dell’informazione italiota che gli dà spazio sui due principali quotidiani.
Ieri il Corriere della Sera ha ospitato un articolo del finanziere americano in cui si legge che quello che M5S e Lega “proporranno verosimilmente supererà i limiti imposti all’Italia dagli accordi in vigore e ciò potrebbe portare a una nuova crisi politica”.
“Il governo – continua – potrebbe cadere, innescando un ritorno a elezioni verso la fine di quest’anno o magari all’inizio del prossimo”.
Parole che dovrebbero farci rabbrividire, visto che l’autore di questo editoriale è dietro la maggior parte delle “rivoluzioni colorate” degli ultimi anni.
Nel 2014 Dc Leaks trafugò diversi documenti dalle caselle mail della Open Society, rendendoli poi disponibili in rete.
In un post sull’homepage del portale di Dc Leaks si legge la motivazione della pubblicazione di questi file: Soros è considerato “l’architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni“.
E ancora: “A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più”.
Soros non si è limitato all’editoriale sul Corriere della Sera.
Nel pomeriggio il magnate, intervenendo al Festival dell’Economia a Trento, si è detto “preoccupato della vicinanza del nuovo governo con la Russia” e ha aggiunto: “l’opinione pubblica italiana ha il diritto di approfondire, l’opinione pubblica italiana ha diritto di sapere se Salvini è a busta paga di Putin”.
L’accusa di collusione con i russi, riportata con grande enfasi sull’homepage della Repubblica della tessera n.1 del Pd Carlo De Benedetti, è una tattica già usata contro Donald Trump negli Stati Uniti.
Il miliardario americano ora ripropone lo stesso canovaccio, senza peraltro addurre prove che dimostrino le sue affermazioni, per attaccare l’Italia: si tratta di un’ingerenza intollerabile: nessuno ha il diritto di toccare il Governo del Cambiamento, votato da 17 milioni di italiani.
Ora attendiamo che chi si indignava per le inesistenti fake news di Putin si strappi le vesti per quanto sta accadendo.
Nel frattempo la filiale italiana della fondazione di Soros, nel silenzio generale, ha ingaggiato un gruppo di ricercatori universitari per monitorare ciò di cui si è parlato nel web durante la campagna elettorale per le elezioni del 4 marzo.
La Open Society, in collaborazione con Rainews e Repubblica, ha finanziato il progetto “Mapping Italian News”, il cui obiettivo è “creare una mappatura della copertura mediatica su temi politici prodotta dai media italiani”, individuando i casi di “informazione problematica”.
Detto in altre parole, come vi abbiamo spiegato in un post del 17 maggio scorso, “Mapping Italian News” intende individuare ciò che non rientra nella narrazione ufficiale e che è scomodo all’establishment.
Per poi far cosa, per ora, non lo sappiamo. Ciò che è certo è che, come al solito, nessuno ne parla.