Mimmo Mignano, uno dei cinque operai della Fca di Pomigliano d’Arco per cui la Cassazione ha dato oggi il disco verde per il licenziamento, si è incatenato davanti casa Luigi Di Maio, neo del ministro del Lavoro, nella città campana.
L’operaio, che si trovava insieme ad un altro dei licenziati, si è poi cosparso la testa con una bottiglia di benzina.
Immediato l’intervento delle forze dell’ordine, che lo hanno bloccato e lo hanno soccorso.
L’uomo è stato trasportato in ospedale.
Leggiamo su TgCom che nel 2014 Mignano e i suoi colleghi avevano inscenato il funerale di Marchionne.
“L’operaio – spiega TgCom chiede l’intervento del leader dei Cinque Stelle e neo ministro del Lavoro Luigi Di Maio dopo che la Cassazione ha detto sì al licenziamento dei cinque operai della Fiat che nel 2004 inscenarono il suicidio dell’ad Sergio Marchionne”.
L’azienda licenziò i cinque operai ma la sanzione, confermata dal tribunale di Nola, fu annullata dalla Corte d’Appello di Napoli che ne ordinò il reintegro.
La Suprema Corte oggi ha accolto il ricorso di FCA, confermando quindi i licenziamenti.
TgCom riporta che “Mignano già in passato si era reso protagonista di iniziative eclatanti per rendere visibile all’opinione pubblica la vicenda lavorativa che lo aveva visto protagonista insieme agli altri quattro colleghi”.
Nel frattempo è stata resa nota la notizia che gli oltre 4600 lavoratori dello stabilimento FCA di Pomigliano D’Arco e del polo logistico di Nola avranno quindici mesi di cassa integrazione straordinaria in modo da consentire gli investimenti e la ristrutturazione degli impianti che accoglieranno la produzione del nuovo modello premium promesso dal Lingotto.