“La Spagna accoglie più dell’Italia? Meno male che qualcuno non dice no. Quando si è soli ad aprire la porta, possono succedere tante cose come quelle che sono successe. La responsabilità e la vergogna è dell’Europa, non di Salvini”.
Così Liliana Segre sul caso Aquarius e la decisione del governo di chiudere i porti alle navi che trasportano migranti.
La senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, parlando con i giornalisti a margine della presentazione del libro ‘NazItalia’ di Paolo Berizzi a Milano ha anche detto di non temere il ritorno del fascismo in Italia “così com’era una volta, ma di sicuro la destra sta facendo dei passi grandi in quella direzione e dobbiamo rispettare la volontà popolare perché al contrario dei fascisti, io sono molto democratica”.
Segre ha poi raccontato:
“So cosa vuol dire essere respinti. Nel caso della mia famiglia siamo stati respinti in 4 e sono tornata solo io a raccontare. Ma quando sono stata respinta di qua c’era la morte, la persecuzione, la deportazione”.
E ha aggiunto: “Non si può fare di tutta l’erba un fascio: non tutti quelli che chiedono l’asilo avrebbero la morte a casa loro”.
Segre, nominata senatrice a vita il 19 gennaio scorso in occasione dell’80esimo anniversario delle leggi razziali fasciste, ha dichiarato qualche giorno fa in aula che “non avendo mai avuto appartenenze di partito, svolgerò la mia attività di senatrice senza legami di schieramento politico e rispondendo solo alla mia coscienza”, aggiungendo che sarà guidata da una sola obbedienza: “la fedeltà ai vitali principi ed ai programmi avanzatissimi – ancora in larga parte inattuati – dettati dalla Costituzione repubblicana” e valuterà “volta per volta le proposte e le scelte del Governo, senza alcun pregiudizio”